Da dove arriva il vecchio con la barba bianca e il vestito rosso che porta i regali ai bambini? Da dove provengono le leggende fiorite attorno alla sua magica figura? Quali sono le radici storiche del mito? Ecco alcune delle domande che si sono posti gli organizzatori della mostra, curata da Luigi Sansone, “La notte prima di Natale - Storie e immagini di Babbo Natale da san Nicola a Santa Claus”. È visitabile gratuitamente a Milano, presso palazzo Sormani (scalone per la sala del Grechetto), sino al 10 gennaio.
Nelle teche i visitatori trovano libri, riviste, statuette, calendari, bigiotteria e naturalmente cartoline (un peccato l’assenza dei francobolli!), provenienti dalla collezione pubblica comunale e da prestatori privati. Oggetti che permettono di esaminare le numerose varianti iconografiche di una tradizione religiosa occidentale, ma anche latinoamericana, addirittura giapponese e di altre aree asiatiche. A cominciare da quel san Nicola vescovo di Myra (oggi Turchia) che sarebbe alla base dell’intero repertorio.
“La consuetudine di inviare auguri su carta decorata -si legge nel pannello dedicato a cartoline e biglietti- iniziò a diffondersi in Europa nei primi decenni dell’Ottocento, ma già prima di allora esisteva l’uso di inviare biglietti da visita figurati”. Nel periodo vittoriano “ci fu un proliferare di biglietti augurali intagliati, tridimensionali, ricamati, a rilievo, tutti riportanti le immagini tipiche” della ricorrenza, come candele, paesaggi innevati, comete, bambini festosi, presepi, alberi decorati nonché… l’antenato Father Christmas. Lo sviluppo tecnologico, rappresentato in particolare dalla stampa in cromolitografia, ha fatto il resto. Tra i soggetti più gettonati, non manca appunto il Babbo Natale, che “viene presentato in un’infinità di modi ed alcune volte la sua raffigurazione cammina a passo con i tempi e rispecchia la contemporaneità”. Eccolo dunque in mongolfiera, in auto, che conversa al telefono… In Italia la sua citazione in chiave postale iniziò a diffondersi “nei primi anni del Novecento”, ispirata soprattutto da quanto fatto in Francia e Germania.