Dopo aver intrattenuto i lettori più curiosi con (tanto per citare gli esempi più recenti) le strane produzioni dentellate dei banditi cinesi, dell’isola nel Pacifico che richiama il pirata John Clipperton o del presunto re di Sedang, Wolfgang Baldus questa volta si trasferisce in Africa per illustrare i “francobolli” di Bateken.
Dall’appeal portoghese, secondo alcune ipotesi tali esemplari richiamerebbero territori sotto l’influenza di Parigi: una regione chiamata Batéké viene individuata nel Congo Francese, mentre una località definita Doka (citata dagli annulli, anch’essi di chiara ispirazione lusitana, presenti sulle buste così affrancate) si trova a centinaia di chilometri più a nord. Furono realizzati probabilmente nel 1896 ma, a parte alcune brevi note individuate sulla stampa specializzata (magari di lettori che li avevano trovati e chiedevano informazioni), la loro storia non emerse fino al 1940, quando venne pubblicato un articolo più completo.
Di fatto, questo scritto è l’unica fonte esistente, anche se contiene concetti non plausibili o che addirittura devono essere respinti. Nel cercare di esaminarli e verificarli “qualche volta -ammette lo studioso- mi sono sentito un po’ come il detective di Agatha Christie, Hercule Poirot”. E non mancano gli studi grafologici per venire a capo del mistero!
Come le precedenti, la pubblicazione, di 56 pagine scritte in inglese e a colori, può essere richiesta direttamente all’autore, scrivendogli all’indirizzo Heilwigstr. 85, D-81827 Munich (Germania); costa 25,00 euro, postali compresi.