Diverso è l’approccio per corriere espresso e pacchi. Il 2013 -si appunta sempre nella relazione finanziaria annuale di Poste italiane- “ha visto il gruppo impegnarsi nel rafforzare la relazione con i clienti e nel potenziare il proprio modello commerciale, attraverso l’integrazione delle piattaforme logistiche e tecnologiche e l’introduzione di soluzioni innovative, tracciate per rispondere in maniera più puntuale alle richieste di un mercato sempre più competitivo”. A tale riguardo, l’e-commerce e l’export hanno rappresentato i segmenti nei quali l’azienda ha focalizzato la propria attenzione e che hanno maggiormente influenzato l’evoluzione dell’offerta.
Va bene il flusso azienda-consumatore (il “business to consumer”), che però ha una pecca: se bilancia i valori negativi degli inoltri tra produttori (“business to business”), condiziona la marginalità unitaria, perché presenta una maggiore complessità nella gestione operativa della consegna, comportando un innalzamento dei costi.
Diversi gli accorgimenti introdotti, dallo “svincolo proattivo” (davanti ad un indirizzo sbagliato o incompleto, la società s’impegna a ricostruirlo) alla “riconsegna su appuntamento” (qualora al primo tentativo il destinatario fosse assente). Senza dimenticare “smart alert” (è un messaggio, via sms e/o e-mail, nel quale si avvisa il destinatario e/o il mittente dello status dell’invio), “alert” (indica l’avvenuto recapito, annotando chi ha ritirato l’oggetto e l’ora), l’introduzione nei messaggi del numero d’ordine e del nome dello speditore, i testi anche in inglese, “air freight” (è un servizio cargo aereo per tutto il mondo, senza limiti di peso e di volume).
In ambito nazionale, è stata completata una specifica offerta dedicata agli operatori attivi nel commercio elettronico, costituita da due nuovi prodotti. Sono “express box” e “promopacco”. Il primo dà la possibilità al destinatario di richiedere il recapito indistintamente presso il proprio domicilio o fermoposta; l’altro, ancora in fase sperimentale, si rivolge ai grandi utenti che devono trasmettere un numero significativo di colli senza servizi accessori.
Ad ottobre è stata lanciata la confezione preaffrancata “pacco free”.
Citato pure “box return”, una prova attiva solo in ingresso dai Paesi Bassi e rivolta alla gestione dei resi. Consente al cliente estero, che ha acquistato on-line da un venditore italiano, di restituire la merce senza sostenere le spese di trasporto.
Riferendosi a Sda, la gestione continua a risentire della crisi economica, aggravata dalla forte pressione competitiva sui prezzi di vendita. Senza dimenticare la graduale integrazione logistica delle confezioni fino ai tre chili di peso, finora lasciata alla controllata ma che adesso Poste ha deciso di condurre in autonomia.