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editor Fabio Bonacina

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L’analisi del settore tradizionale da parte di Poste italiane conferma la linea degli ultimi anni: negativa la corrispondenza; di segno opposto, grazie al commercio elettronico, i pacchi

I colli fanno ancora faville
I colli fanno ancora faville

La lente adesso su volumi e ricavi, sempre riferiti al bilancio 2018 e riguardanti il gruppo Poste italiane nella sua totalità. La corrispondenza vede una riduzione -rispetto all’anno precedente- nell’ordine del 5,5% (pari a -173 milioni di invii) e del 2,5% (-68 milioni di euro), “essenzialmente ascrivibile al calo strutturale che interessa il mercato”, dice la “Relazione finanziaria annuale”. Nel dettaglio, la posta indescritta (-2,5%, equivalente a -34 milioni di invii), ha generato un calo dei ricavi del 4,4% (-35 milioni). Al contrario appare la descritta: 2,1% (+4 milioni di plichi) e 1,5% (+15 milioni di euro), questo grazie alle raccomandate internazionali contenenti piccoli oggetti legati al commercio elettronico. Il direct marketing segna un rallentamento nei volumi del 7,7% (-42 milioni di oggetti), con una contrazione dei ricavi del 10,8% (-15 milioni di euro). Negativi pure i servizi integrati (-4,0% e -7,6%), esito riconducibile prevalentemente alla conclusione del contratto con il Comune di Milano. La voce residua, che accoglie tra l’altro le stampe effettuate da Postel, mostra una discesa del 10,3% nei quantitativi (-100 milioni di spedizioni) e del 5,7% nei ricavi (-16 milioni di euro); in essa sono comprese le integrazioni tariffarie governative alle prestazioni editoriali (61 milioni di euro, 43 nel 2017). La parziale copertura dell’onere causato dal servizio universale è prevista dal contratto di programma; vale sempre 262 milioni.

E i colli? Gli esiti evidenziano una crescita dei volumi e dei ricavi rispettivamente del 12,6% (+14,2 milioni di invii) e del 9,8% (+68,2 milioni di euro). A “tirare” è il segmento da aziende a consumatori, il “B2C”, che ha conseguito ricavi per 301 milioni, lievitati del 27,8%, a fronte di 74 milioni di spedizioni. Aumentato pure il traffico professionale, il “B2B”, che nel 2017 aveva risentito delle agitazioni sindacali in Sda; evidenzia una crescita del 7,5% (+2 milioni di invii) e del 5,4% (+11 milioni di euro).

Nel contesto, vanno ricordati la progressiva implementazione del modello di consegna “joint delivery” (caratterizzato da passaggi pomeridiani e nei fine settimana), l’accordo triennale con Amazon, la nuova rete puntoposte degli armadietti (i locker) e dei punti di ritiro alternativi al domicilio. Si aggiungono gli interventi atti a migliorare i processi di smistamento puntando all’automazione, come i nuovi impianti per suddividere la corrispondenza operativi a Bologna e a Milano Peschiera Borromeo, nonché la riorganizzazione di sette stabilimenti nella rete di smistamento (si trovano a Bari, Bologna, Firenze, Napoli, Padova, Roma e Torino).

Quanto alla flotta aziendale, il gruppo ha puntato alla progressiva introduzione di mezzi ad alimentazione elettrica per il recapito dei pacchi: sono i veicoli a tre ruote (continua).

La rete logistica: in verde i dieci centri di meccanizzazione postale multiprodotto (sia prodotto lento, che veloce), in blu i sei specializzati (lavorano soprattutto il prodotto veloce), in giallo i sette centri prioritari a bassa meccanizzazione, in rosso i quattro impianti di Sda
La rete logistica: in verde i dieci centri di meccanizzazione postale multiprodotto (sia prodotto lento, che veloce), in blu i sei specializzati (lavorano soprattutto il prodotto veloce), in giallo i sette centri prioritari a bassa meccanizzazione, in rosso i quattro impianti di Sda



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