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editor Fabio Bonacina

27241 news from 8/3/2003

La celebre interpretazione, citata in un francobollo statunitense del 1973, presente nella personale che la Galleria d’arte maggiore dedica al protagonista

“Love”: il francobollo…
“Love”: il francobollo…

Bologna dedica una personale a Robert Indiana, che i filatelisti conoscono soprattutto per il celebre “Love”. Venne riprodotto, infatti, nel francobollo da 8 centesimi che gli Stati Uniti emisero il 26 gennaio 1973, aprendo un percorso ora gettonatissimo in tutto il globo.

È “Robert Indiana”, mostra fino al 31 marzo accolta alla Galleria d’arte maggiore, in via D’Azeglio 15, coinvolgendo Franco, Roberta ed Alessia Calarota.

Del personaggio, nato nel 1928, vengono proposte opere iconiche, “entrate a pieno titolo a fare parte della vita di ognuno di noi e del linguaggio quotidiano dei media e delle persone”, precisano i promotori. Ovviamente, non poteva mancare la famosa scultura, esibita in diverse varianti. L’idea nacque nel 1964 su commissione del Museum of modern art per una cartolina di auguri natalizi, quindi venne trasformata in formato dentello (peccato che questo non sia presente nella rassegna), prima di diventare la scritta tridimensionale in alluminio policromo.

Insieme vi è, ad esempio, “Amor”. Suddivide il vocabolo italiano in due parole inglesi d’uso quotidiano, arricchendone il significato: la poetica dichiarazione dell’essere, “I am” (“Io sono”), seguita dal ragionevole dubbio umano “Or”, (“Oppure...”), che richiama alla memoria la fatidica questione shakespeariana “Essere o non essere”. Un ruolo altrettanto emblematico riveste “One through zero”, i dieci numeri (da zero a nove) non allestiti in ordine crescente, ma disposti secondo una sequenza sempre mutevole che, in base alla combinazione ed all’accostamento, genera interpretazioni differenti.

È grazie a tali lavori che il rappresentante della Pop art, partendo dall’identità a stelle e strisce, “esplora la cultura occidentale dei giorni nostri nelle sue varie sfaccettature di linguaggio attraverso il potere dell’astrazione”. L’esito è una testimonianza “dall’indubbia efficacia e potenza visiva che colpisce istantaneamente l’occhio e la mente dello spettatore. Autoproclamatosi «pittore americano dei segni», Indiana fonda le sue opere su un vasto ed originale repertorio”, in cui appunto predominano brevissime ma efficaci parole, composte da lettere cubitali o serie di numeri.

La sede è raggiungibile lunedì dalle 16 alle 19.30, da martedì a sabato nelle fasce 10-12.30 e 16-19.30. L’ingresso è libero.

…e l’opera di Robert Indiana in mostra a Bologna presso la Galleria d’arte maggiore
…e l’opera di Robert Indiana in mostra a Bologna presso la Galleria d’arte maggiore



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