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editor Fabio Bonacina

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Scarlino, piccolo centro del Grossetano, guida la protesta contro le iniziative unilaterali di Poste italiane

Scarlino, provincia di Grosseto: meno di quattromila abitanti e un problema, peraltro condiviso con molti altri centri. La società guidata da Massimo Sarmi intende, almeno in parte, smobilitare. Ma in paese non accettano supinamente ed avviano diverse iniziative, fra cui la seduta di Consiglio comunale, dove gli amministratori si sono presentati con magliette nelle quali si legge “No chiusura Poste Puntone - Vergogna!”.

“Il problema -spiega a «Vaccari news» il sindaco, Maurizio Bizzarri- è che quando una grande azienda, come è Poste italiane spa, si assume l’onere di fare impresa, erogando servizi essenziali, come sono quelli postali, telefonici e creditizi, allora dovrebbe avere anche la consapevolezza che l’unico parametro, per decidere se mantenere aperta o meno una propria sede, non può essere quello del profitto”. Nel territorio comunale, infatti, l’azienda conta attualmente tre sedi: nel Capoluogo, allo Scalo e al Puntone, la cui produttività, secondo gli amministratori, “dovrà essere valutata complessivamente e non per ogni singolo ufficio, come condizione imprenditoriale per riuscire a garantire il servizio al Puntone che, oltretutto, è in forte espansione demografica, turistica e commerciale”.

Quali sono le vostre proposte per affrontarlo? Il modo abituale di procedere è “recepire più informazioni possibili a riguardo, per poi convocare le parti coinvolte, allo scopo di giungere ad una soluzione condivisa. Il fatto è che, in questo caso, abbiamo dovuto apprendere dai giornali la notizia dell’imminente chiusura dell’ufficio postale del Puntone, come decisione unilaterale presa da Poste italiane spa. La nostra prima reazione, dunque, è stata quella di scrivere alla direzione di zona e manifestare sulla stampa locale il nostro disappunto e la nostra estraneità alla vicenda”.

Cosa ha risposto l’operatore? “All’inizio nulla, né a mezzo stampa, né per corrispondenza, perché era una decisione che aveva comunicato e che, evidentemente, non intendeva discutere”. Successivamente, molti cittadini e sindaci di altri centri della zona “hanno raccolto il mio appello a costituire un fronte comune di opposizione a questi provvedimenti, a parer nostro, iniqui. La Prefettura e la Provincia di Grosseto, inoltre, hanno convocato su questo un tavolo tecnico politico al quale ha partecipato, oltre ai rappresentanti dei Comuni interessati, anche Poste italiane, chiedendo di affidare la gestione di alcuni nostri servizi erariali a quei loro uffici a rischio di chiusura per improduttività”.

Un anno fa il vicesindaco di Coreglia Antelminelli (Lucca), si era incatenato davanti al locale ufficio colpito dalla minaccia di una limitazione negli orari. Voi cosa avete fatto per farvi notare? “Un po’ di visibilità, indubbiamente, ce l’avrà anche data l’appello che feci ai cittadini scarlinesi, di inviare una cartolina di protesta alla Direzione provinciale di Poste italiane, alla quale, infatti, sono giunte centinaia di cartoline, con su scritto: «Sono contrario alla chiusura dell’ufficio postale del Puntone. Questa è una vergogna!». Ritengo, tuttavia, che la riduzione del servizio postale, in alcuni Comuni della provincia di Grosseto, sia un problema molto sentito. L’onorevole Sani, infatti, ha presentato un’interpellanza parlamentare alla quale si è unita anche l’onorevole Faenzi che, come sindaco, era interessata dal provvedimento in alcune frazioni del suo Comune”. Il Consiglio comunale aperto di Scarlino, svoltosi proprio al Puntone il 30 novembre, “nel quale io ed altri abbiamo indossato una t-shirt recante la scritta della predetta cartolina, ha determinato l’interessamento e la partecipazione di alcuni sindaci e del presidente Marras della Provincia di Grosseto, oltre che di molti cittadini, imprenditori locali ed associazioni”.

A che punto siete arrivati? “Dopo la convocazione del tavolo tecnico politico in Prefettura, Poste italiane ha congelato il provvedimento di chiusura, in attesa che il Comune capofila incaricato, cioè quello di Scarlino, verifichi, tramite un questionario presso gli altri Comuni, se sia possibile o meno accogliere la richiesta di Poste italiane. Stiamo ancora lavorando alla raccolta dati definitiva, tuttavia questa richiesta di Poste italiane non sembra andare nell’auspicata direzione di valutare la produttività degli uffici postali presenti su di un territorio comunale complessivamente. Poste italiane, inoltre, è una grande azienda che dovrebbe operare in regime di libero mercato ed, a questo proposito, desidero sottolineare che, anche recentemente, proprio al Puntone, alcuni istituti di credito, in virtù del forte sviluppo demografico, turistico e commerciale della frazione, coraggiosamente, hanno aperto delle piccole filiali”. Che, a questo punto, “potrebbero legittimamente rivendicare il diritto a svolgere i servizi comunali richiesti da Poste per non chiudere gli uffici postali nei piccoli centri”.

Quale sarà la prossima mossa? L’obiettivo -conclude il primo cittadino- è “riuscire, con la soddisfazione di tutte le parti, ma anche con un po’ di buon senso”, a preservare i servizi, anche nelle frazioni. “Non è possibile, inoltre, che si giunga ad un compiuto sviluppo, gratificante per tutti, di quei piccoli centri abitati in forte espansione, se chi ha l’onere di fare impresa non vuole assumersi il rischio d’impresa. Il nostro dovere rimane perciò quello di conoscere e valutare tutte le soluzioni possibili, innanzi tutto la condizione imposta da Poste italiane, ma per noi è altrettanto importante avere la garanzia del servizio stesso, tanto che sia fornito da Poste italiane, quanto che sia fornito da altre imprese del settore”.

Il sindaco Maurizio Bizzarri e il presidente della Provincia Leonardo Marras; a destra, la seduta del Consiglio comunale (foto: Alfredo Faetti, del “Tirreno”)
Il sindaco Maurizio Bizzarri e il presidente della Provincia Leonardo Marras; a destra, la seduta del Consiglio comunale (foto: Alfredo Faetti, del “Tirreno”)



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