Un giudizio per una vecchia vicenda, che però -dopo le recenti notizie riguardanti il centro meccanizzato postale di Peschiera Borromeo (news del 9 giugno) e non solo- torna di attualità. È legittimo, secondo la sentenza 12.817 della Corte di cassazione ripresa dall’Ansa, il licenziamento di un dipendente delle Poste sorpreso ad aprire un plico, violando così il diritto alla riservatezza della corrispondenza. La decisione respinge il ricorso di Luca R., messo alla porta nel 2000 dall'ufficio postale del Trentino dov’era impiegato. Tra l’altro il lavoratore non rispettava l'orario, uscendo prima che il turno terminasse e lasciando gli “utenti in attesa allo sportello”. Per queste infrazioni aveva già subito una breve sospensione dal servizio. È stata la manomissione del plico ad essergli fatale ed a portare al suo definitivo allontanamento. L’interessato si è rivolto alla Suprema corte contro il licenziamento, convalidato nel 2002 dalla Corte di appello di Trento. Ma ora giunge la conferma. Ad avviso dei magistrati di piazza Cavour, “l'inaffidabilità complessiva del lavoratore e la compromissione irreversibile del rapporto fiduciario, giustificano ampiamente l'adozione del provvedimento sanzionatorio della risoluzione del rapporto”.
Cassazione: per il postino che apre la corrispondenza giustificato il licenziamento
21 Giu 2005 09:54 - NEWS FROM ITALY