In questo momento le fonti concordano, a cominciare da Mosca, la quale finora ha sostenuto il regime (non va dimenticato che a Tartus vi è una base navale della Russia, l’unica installazione di questo tipo che controlla nel Mediterraneo): Bashar al-Assad è introvabile, probabilmente fuggito all’estero.
Nato l’11 dicembre 1965, è stato il presidente della Siria dal 17 luglio 2000 a oggi, quando si è dimesso prima di scomparire. Era subentrato al padre Hafiz, il quale, a sua volta, ha esercitato lo stesso incarico dal 1971 alla morte, avvenuta appunto nel 2000. Ora sono tante le domande sul futuro del Paese.
Come per tutti gli Stati, soprattutto quelli con una dittatura, è facile raccontarne la storia attraverso i francobolli, veri e propri “biglietti da visita” ufficiali dell’entità che li emette. Rimanendo alla fase di Bashar, che comunque si sviluppa per quasi un quarto di secolo, si fanno notare le cartevalori lui dedicate (ad esempio le ordinarie), quelle incentrate sul sistema politico e sui militari o che fanno riferimento alla comunità panaraba, fra cui il recente tributo “Con Gaza”. Appaiono miscelate opportunamente ad altre che, al contrario, parlano di arte, campagne sanitarie, madri, sport, storia locale...