Il suo compleanno è un avvenimento atteso a Floridia (Siracusa). Gioacchino Midolo, un’istituzione locale, ha raggiunto quota centouno e per l’occasione i dipendenti dell’ufficio postale di via Foscolo 88, che egli frequenta quasi giornalmente, l’hanno festeggiato con una torta speciale. Ad attenderlo all’ingresso, la direttrice Lina Italia e i colleghi.

Originario di Avola, negli anni Quaranta partecipò alla campagna di Grecia e visse sulla propria pelle le vicende che seguirono l’armistizio, con -nel 1943- la deportazione nel campo di concentramento nazista di Auschwitz. Grande l’orgoglio attraverso il quale oggi racconta di quel rifiuto alla richiesta di combattere per il Governo repubblichino; un “no” che gli costò il campo di sterminio in Polonia, dove trascorse più di un anno. Nel 2012 la Prefettura di Siracusa l’ha insignito della medaglia d’onore come internato militare non collaborazionista. “Ancora il pensiero è fermo su ciò che ho passato”, ha detto; di quel periodo ricorda le minacce, i lavori forzati e le condizioni disumane. “Mia madre credeva che fossi morto”. La fine di prigionia e incubo fu l’inizio di una nuova vita a Floridia.

Primo di dodici figli, in paese ha lavorato in un pastificio e poi come imbianchino. Si sposò, ebbe due figli e in seguito altrettanti nipoti; ora è bisnonno. La sua vita, raccontano i parenti, è stata condotta sempre all’insegna della semplicità, “senza trucchi o accortezze particolari per chi fosse alla ricerca del segreto di tanta longevità”, precisano divertiti. La giornata trascorre in compagnia della famiglia che lo accudisce e che alcune mattine lo accompagna al bar dietro l’angolo dove lo attendono gli amici di sempre per due chiacchiere. “Il riposo è il suo toccasana. E poi mangia più di noi, tanto e di tutto, dalla frittura alla pizza. È molto goloso di dolci. Il suo traguardo è una benedizione e un buon auspicio per tutti”.

Autonomo, non rinuncia a ritirare la pensione personalmente. Per sé e per la figlia. “Ha settantacinque anni, ed è pur sempre mia figlia. Mi fa piacere prendermi ancora cura di lei”, conclude il protagonista.