A Firenze omaggio al compositore Cesare Andrea Bixio. Vissuto tra il 1896 ed il 1978, è passato alla storia canora per aver firmato, ad esempio, “Il tango delle capinere”, “Mamma”, “Parlami d’amore Mariù”, “Violino tzigano”, “Vivere” e, non a caso, “Madonna fiorentina”. È la mostra “C.A. Bixio - Musica e cinema nel ‘900 italiano”.
Al centro -viene spiegato- sono “la storia, le immagini e le musiche di una straordinaria carriera che ha influenzato la cultura popolare” del secolo scorso. Il nucleo principale è sviluppato intorno alle copertine degli spartiti, “veri e propri capolavori di grafica che rappresentano le varie epoche e tendenze”. Non mancano le immagini dei film messi in note e le sequenze interpretate sia da attori famosi quali Vittorio De Sica, Erminio Macario, Anna Magnani, Elsa Merlini e Totò, sia da voci dell’epoca come Beniamino Gigli. Curioso il richiamo filatelico: nel percorso vi sono due francobolli della Colonia Eritrea (il 2 centesimi pittorico dell’1 aprile 1930 e l’1 lira aerea del 5 settembre 1936) “per sottolineare il successo della sue canzoni già nel 1930/1940”. Cui si aggiunge il 750 lire intitolato a “Parlami d’amore Mariù”, emesso da San Marino il 25 maggio 1996.
A volere l’iniziativa, la Città metropolitana, mentre la realizzazione è stata assicurata dai figli del protagonista, Franco e Andrea Bixio, nonché da Giuseppe Pasquali, con il coordinamento di Renato Marengo. “Mio padre -ha detto lo stesso Franco Bixio- ha scritto le musiche per i varietà più importanti del suo tempo. Amava seguire gli spettacoli per i quali componeva per costatare personalmente l’impatto che le sue canzoni avevano sul pubblico”.
Accanto alla figura dell’artista, l’altra, quella dell’uomo dalle grandi intuizioni commerciali ed imprenditoriali. Nel 1920 fonda una casa editrice specializzata, tenuta a battesimo nel luogo che diventerà il polo del genere leggero, ossia la galleria del Corso a Milano. Ha collaborato con rappresentanti del Futurismo ed ha operato per alcune tra le maggiori dive francesi del varietà. Senza dimenticare le sottolineature per il primo film sonoro tricolore, “La canzone dell’amore”, risalente al 1930. La passione per il grande schermo l’ha portato, negli anni Sessanta, ad aprire la Cinevox record, azienda discografica dedicata alle colonne sonore che nel tempo ha accolto, ad esempio, i Goblin, Ennio Morricone, Nicola Piovani.
La rassegna sarà ospitata fino al 2 aprile presso la galleria delle Carrozze di palazzo Medici Riccardi, in via Cavour 5.