Anche al Sud la razionalizzazione decisa da Poste italiane non piace. In Calabria i segretari generali regionali della Cisl Paolo Tramonti e della Slp-Cisl Enzo Cufari parlano di “desertificazione dei servizi”. “Oltre alle numerose chiusure di uffici ed al recapito a giorni alterni al collasso”, il 31 gennaio verrà serrata la struttura pianificazione analisi controllo gestione (Pagc), mettendo in esubero i lavoratori ivi applicati. Il 31 marzo accadrà lo stesso con l’amministrazione, finanza e controllo (Afc).
Quest’ultimo centro -è la nota- “rappresenta l’emblema dell’ignavia postale e della classe politica che non può restare assente e impassibile davanti a cotanta ingiustizia”. Nell’area, tali realtà sono presenti, oltre che a Catanzaro, pure a Bari, Napoli e, per la Sicilia, a Catania e Palermo, che resterebbero confermate.
Un altro problema è la trasformazione dei contratti dal tempo parziale a quello pieno. Negli ultimi due anni in Campania ne hanno potuto beneficiare oltre 450 lavoratori, in Calabria solo 26 su più di 500. “Tutto ciò -concludono i due rappresentanti- ha penalizzato fortemente l’erogazione dei servizi”. “Con l’aggravante di aver contribuito al drammatico spopolamento delle nostre aree interne”.