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editor Fabio Bonacina

27240 news from 8/3/2003

Una spedizione universitaria scozzese ritrova, sul monte Bianco, parte della posta trasportata da un aereo indiano precipitato nel 1950 ed ora tenta di consegnarla

È stata Freya Cowan (nella foto) a trovare il primo gruppo di missive
È stata Freya Cowan (nella foto) a trovare il primo gruppo di missive

Anche Facebook può servire all’obiettivo: cercare di far avere ai diretti interessati, o ai loro eredi, quelle lettere che non ricevettero mai, poiché imbarcate sul volo del Constellation “Malabar princess”. Il velivolo, dell’Air India, il 3 novembre 1950 partì da Bombay diretto a Londra ma, per una bufera, precipitò sul monte Bianco, facendo quarantotto vittime. Nel 2004 la tragedia avrebbe ispirato un film in Francia.

Qualche missiva, finalmente, ha raggiunto l’obiettivo. Come quella fatta avere ai nipoti di una persona: la lettera -spiega uno dei rinvenitori a “Vaccari news”, David Barratt- era stata scritta a mano dal loro nonno allo zio. Un’altra ha raggiunto proprio il destinatario, oggi sulla novantina, vergata all’epoca da sua sorella missionaria. Una terza è stata spedita in California ai discendenti di Benjamin Hayeem, regista famoso negli anni Sessanta e scomparso nel 2004.

Il ritrovamento è stato compiuto in valle d’Aosta da un gruppo di studenti scozzesi dell’Università di Dundee, guidati dall’esperto in Glaciologia Ben Brock. Erano saliti sul ghiacciaio Miage accompagnati dal ricercatore Tim Reid per esaminare le nevi perenni e le loro dinamiche, soprattutto dal punto di vista idrologico.

Già in passato erano state effettuate delle trouvaille, ma non su questa scala. A scoprire il primo involucro è, il 6 giugno, Freya Cowan, allontanatasi dal gruppo per fare la pipì. Quello che sbucava dal suolo -ha ammesso poi- sembrava un vecchio libro, ma ad una analisi più attenta sono emersi i francobolli e gli annulli indiani del 1950. L’insieme stava dietro ad un masso, vicino ad una delle stazioni meteorologiche posizionate in una lingua di ghiaccio scivolata dal monte Bianco. Per combinazione, il professore aveva appena finito di ricordare il disastro aereo accaduto sessant’anni prima e come parti del quadrimotore fossero state trascinate nella zona dove loro si trovavano.

Una decina di giorni dopo, altri due allievi, David Barratt e Catriona Fyffe, individuano ulteriori carteggi: mentre il primo gruppo riguarda soprattutto lettere e cartoline, questa volta si tratta soltanto di posta aerea. Ancora una volta, emergono corrispondenze commerciali, di famiglia, auguri... Complessivamente è stato contato un centinaio di oggetti, anche se lo stato di conservazione, non sempre buono, ha reso difficile il censimento esatto.

Parte è stata consegnata al Museo delle guide alpine di Courmayeur ed il resto -soprattutto il secondo insieme- ritirato dai ragazzi per il campus, dove il Book and paper conservation studio sarà in grado di intervenire per il restauro. Altri documenti, i più conciati, sono rimasti sul ghiacciaio.

Alcuni dei plichi recuperati sono ancora in condizioni accettabili; si possono leggere gli indirizzi, e non solo…
Alcuni dei plichi recuperati sono ancora in condizioni accettabili; si possono leggere gli indirizzi, e non solo…



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