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Le conseguenze del “decreto salva Italia” su coloro che hanno affidato i risparmi a Poste italiane

Si stanno definendo le modifiche alla manovra di palazzo Chigi
Si stanno definendo le modifiche alla manovra di palazzo Chigi

Anche i risparmi affidati a Poste italiane sotto l’analisi degli addetti ai lavori in cerca di idee per affrontare la crisi.

Da una parte il Governo di Mario Monti sta definendo con le parti politiche le variazioni alla manovra e, fra i tanti aspetti in discussione, figura la modifica della tassa su conti correnti e libretti bancari o postali. Se verrà confermata l’attuale linea, le persone fisiche pagheranno come adesso 34,20 euro l’anno (nel caso la giacenza media non superasse i 5mila euro, il balzello verrà cancellato), mentre gli altri clienti ne sborseranno 100,00 contro gli attuali 73,80. Prevista una nuova imposta riguardante i buoni postali fruttiferi.

Dall’altra, Poste italiane stessa ricorda una conseguenza del “decreto salva Italia” che starebbe per diventare operativa. Entro il 31 dicembre 2011 -spiega una nota- il saldo dei libretti di risparmio postale al portatore non potrà essere pari o superiore al valore di 1.000 euro, interessi compresi. L’obbligo di regolarizzazione, entrato in vigore il 6 dicembre, “rientra nel quadro delle norme antiriciclaggio per una più agevole tracciabilità del capitale”. I titolari hanno la possibilità di prelevare la somma in eccedenza, riducendo il saldo alla soglia consentita, oppure estinguere i depositi originari versando le somme in libretti nominativi. In caso di trasferimento o cessione, resta l’obbligo di comunicarlo entro trenta giorni alla società, aggiungendo i dati identificativi del nuovo titolare. La mancata osservanza della normativa comporta l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie.




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