Sotto le teche anche diverse lettere autografe che si sono scambiati Luigi Rossi, Alphonse Daudet e Pierre Loti. È il principale aspetto specialistico offerto dalla rassegna “Luigi Rossi (1853-1923): corrispondenze tra immagine e testo”, aperta l’altro ieri presso la Pinacoteca Züst di Rancate (Mendrisio, Canton Ticino) e visitabile sino al 21 agosto.
In esordio pittore di genere legato al Verismo sentimentale, l’elvetico-milanese-parigino Luigi Rossi dipinge scene con figure, ritratti e paesaggi. Dal 1885 svolge un’intensa attività di illustratore a Parigi. Rientrato a Milano dagli anni Novanta, torna alla precedente attività e muove il suo discorso dal Realismo al Simbolismo, verso l’ideale ricerca di una serenità difficile, venata di malinconia.
L’allestimento mette in relazione due fasi salienti del suo percorso: quella dell’illustratore, che traduce in immagini i testi di amici scrittori francesi -appunto Alphonse Daudet e Pierre Loti- e quella del pittore di quadri simbolisti, che suscitano le trascrizioni in versi da parte del poeta Gian Pietro Lucini.
“Per la prima volta -garantiscono gli organizzatori- si realizza il confronto delle vignette con i dipinti, in dialogo con la scrittura: una mostra dunque di inedite corrispondenze, di parole dipinte che illustrano i rapporti imprevedibili fra immagine e testo”.
Tra le realtà che hanno collaborato alla rassegna figura la Casa museo Luigi Rossi, di recente inaugurata a Capriasca. Oltre a una serie di dipinti importanti, l’istituzione conserva una messe di materiali documentari del pittore: missive, naturalmente, e poi fotografie, libri, scritti autografi, disegni e prove. Sebbene catalogati e pubblicati in gran parte nel corso degli ultimi anni, riservano ancora scoperte e permettono la ricostruzione a tutto tondo della personalità artistica di Rossi.