“Un caso di successo”. Così il direttore della filiale di Modena, Patrizia Zagnoli, ha definito quanto accaduto a Modena negli ultimi mesi. Abbandonato il palazzone di via Emilia Centro 86, il 18 maggio gli sportelli postali si sono spostati di pochi metri in via Modonella 8. Dove una volta si trovava il cinema Splendor, di cui rimangono ancora gli addobbi esterni in stile Liberty, restaurati per il nuovo impiego. Sono le uniche tracce rimaste di quella fase, poiché nel tempo l’interno è stato reimpostato completamente.
Altre le necessità della struttura amministrativa, inaugurata oggi. Coordina il territorio provinciale in cui adesso vi fanno riferimento 145 uffici postali, due uffici e tre aree Posteimpresa. Per la sua collocazione è stata scelta una zona più decentrata (ma non tanto, visto che dall’altra parte della strada c’è la Questura), in via Divisione Acqui 127. L’edificio, che accolse il Partito democratico, è stato adattato alle esigenze attraverso pareti mobili, così da ottenere ambienti di lavoro ampi, senza tuttavia trascurare le necessità di riservatezza, cui si aggiungono sale riunioni per i corsi o per altri impieghi. Tra gli accorgimenti tecnologici, i rilevatori di presenza, così da limitare lo spreco energetico. Al piano terreno vi sono anche i riferimenti per il pubblico: l’ufficio tradizionale (è il Modena 11) e il Posteimpresa (talmente nuovo che ancora non compare nel database ufficiale!). Dettaglio importante, in linea con le attuali esigenze, è l’ampia disponibilità di posti auto, circa centoventi, destinati alla clientela.
Poste -ha detto il sindaco, Giorgio Pighi, riferendosi all’immobile di via Modonella- “ha valorizzato il segno del tempo”. Quanto alla struttura di via Divisione Acqui, rappresenta “un riferimento provinciale, deve essere accessibile facilmente e ne ha le caratteristiche”. L’obiettivo è garantire “un servizio forte”, che possa dare prestazioni ai cittadini: il tema dei servizi pubblici ha permesso di crescere, e questo mentre si deve gradualmente superare la netta spaccatura tra pubblico e privato (dalle poste alle ferrovie, dall’energia elettrica alla telefonia), originatasi venti anni fa.
“La nostra azienda -ha detto il responsabile territoriale di Poste per l’Emilia-Romagna e le Marche, Doriano Bolletta- è uno degli «asset» principali del Paese, quindi deve lavorare con la gente, insieme alla gente. Abbiamo cominciato -ha ricordato, andando indietro nel tempo- con un progetto importante”, quando l’amministratore delegato era Corrado Passera. “Poi se n’è aggiunto un altro, poi un altro ancora: ci siamo accorti che i progetti non finiscono mai”, è un flusso continuo e “non ci si può fermare”. Da qui l’esigenza di puntare su quella che ha definito “la nostra architrave”, ossia la struttura informatica, in grado di eliminare i documenti fisici ed i tempi necessari per trasmetterli. “Una volta utilizzavamo la carta, ora abbiamo scelto di cavalcare l’informatica”.