È entrato nella fase operativa il progetto annunciato in maggio dal Governo il cui nome completo è “Polis - Case dei servizi di cittadinanza digitale”. Vuole favorire -spiegano da Poste italiane- “la coesione economica, sociale e territoriale del nostro Paese e il superamento del «digital divide» nei piccoli centri e nelle zone urbane dei comuni con meno di 15mila abitanti, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi che l’Unione Europea e l’Italia si sono date con il piano «Next generation Eu»”. In sostanza, saranno ripensati gli spazi interni agli uffici postali coinvolti per sviluppare attività innovative, proponendo inoltre servizi della Pubblica amministrazione attraverso i canali fisici e digitali dell’azienda. È il concetto di sportello unico dove ottenere una molteplicità di supporti come prendere appuntamenti, ottenere certificati anche giudiziari, documenti, visure e planimetrie catastali, certificazione unica, Indicatore della situazione economica equivalente, esonero o esenzione del canone Rai. Carte alla mano, risultano per ora coinvolte diciotto sedi, collocate ad Alto Reno Terme (Bologna), Aragona (Agrigento), Bernalda (Matera), Borgo a Mozzano (Lucca), Calolziocorte (Lecco), Campagnano di Roma (Roma), Cepagatti (Pescara), Cetraro (Cosenza), Collecchio (Parma), Fara in Sabina (Rieti), Gattico-Veruno (Novara), Lamon (Belluno), Macchiagodena (Isernia), Magione (Perugia), Piedimonte Matese (Caserta), San Felice Circeo (Latina), Taggia (Imperia), Tolmezzo (Udine). In prospettiva, verranno trasformate circa settemila sportellerie, dotandole ad esempio di postazioni self-service, armadi per ritirare i pacchi e impianti fotovoltaici, al tempo stesso valorizzando lo spazio esterno, in cui saranno posizionate pure le colonnine per ricaricare le auto elettriche. In altre situazioni si aggiungeranno aree per il co-working.
