Allegorie, telegrafiste e centraliniste ai rispettivi tavoli di lavoro, attrezzature tipicamente muliebri, francobolli in cui sono protagoniste… Dopo l’inaugurazione avvenuta il 18 dicembre, la mostra “Tracce di donna: lavoratrici muse ispiratrici” è stata aperta al pubblico, e lo resterà sino all’8 marzo presso il Museo storico della comunicazione all’Eur (è posizionato in viale Europa angolo via Cristoforo Colombo, ingresso libero su appuntamento prenotandosi alla e-mail museo.comunicazioni@mise.gov.it).
“Si tratta -spiega dall’istituzione Maria Gabriella Aiello- di narrare, attraverso le testimonianze fotografiche, gli oggetti e i documenti, non solo la storia delle telecomunicazioni, ma anche le memorie e suggestioni di un vissuto femminile che ancora oggi può e deve essere esplorato”.
Il punto di partenza è l’allestimento fisso del Museo, creato nei primi anni Ottanta. Dove era previsto che ogni area tematica fosse “abbellita” da una figura di donna, attraverso fotografie, quadri, gessi di fine Ottocento e primi Novecento, oggetti commissionati per valorizzare dal punto di vista estetico gli uffici postali del neonato Regno d’Italia. La donna, quindi, viene rappresentata lungo tutto il percorso, e l’attuale mostra “cerca di offrire un’interpretazione delle immagini nascoste ed evocative poco narrate sia nella dimensione lavorativa che in quella artistica”. È in tale ottica che si è voluto “far parlare i cimeli e le testimonianze, oltre l’aspetto puramente tecnologico, strappandoli al silenzio dei corridoi e delle vetrine”.
Anche quando la protagonista non appare, è sottintesa: davanti alle vetrine relative al periodo bellico, l’assenza totale di segnali femminili evoca la presenza nelle fabbriche come operaia al posto del marito in guerra, “contravvenendo allo stereotipo che prevedeva il suo ruolo completo solo in ambito casalingo”.