Giovanni Paolo II ne parlò a Viterbo, il 27 maggio 1984, nel corso di una visita pastorale. Come Rosa, la patrona della città, anche Giacinta, al secolo Clarice Marescotti (1585-1640), “fu fortemente sensibile al fatto che il consacrarsi a Dio e l’amore perfetto che lo fonda comportano una dedizione piena al bene comune sia della Chiesa che della società. E queste due donne straordinarie, con la forza dello Spirito, riuscirono a realizzare quell’ideale in un modo ancor oggi esemplare”.
Santa Giacinta Marescotti, di cui si ricorda il bicentenario della canonizzazione, è la patrona della delegazione gran priorale di Viterbo che fa capo all’Ordine di Malta, la fondatrice dell’istituzione caritativa chiamata Confraternita dei sacconi e della Congregazione degli oblati di Maria. Ma è anche la protagonista del 3,20 euro targato Smom, in uscita il 26 marzo.
C’è poi un altro riferimento alla città laziale, perché il quadro utilizzato, dovuto a Domenico Corvi (1721-1803), è conservato al locale Museo del colle del Duomo. La propone insieme a Francesco Pacini, un soldato pistoiese da lei fatto convertire.
Non è la prima volta che le poste magistrali la citano: Giacinta-Clarice compare ad esempio nel 10 scudi uscito il 28 aprile 1997 e dedicato a santa Margherita da Cortona, presente insieme a lei nella carta valore.