Ospitata in precedenza a Roma, fino all’8 marzo farà scalo a Catania, presso il Museo civico “Castello Ursino” (piazza Federico II di Svevia, orari: da lunedì a sabato 9-13 e 14.30-19, domenica 9-20; ingresso gratuito). È “Le donne che hanno fatto l’Italia”: sostanzialmente lo stesso allestimento -confermano i promotori- proposto nella capitale ma “con qualche integrazione relativa all’eroina siciliana Giuseppa Bolognari, detta Peppa la Cannoniera, protagonista di un episodio” in città.
Il percorso offre dipinti, foto, filmati, abiti, giornali, cimeli e documenti (anche dal richiamo postale), così da attestare “come le donne abbiano fortemente contribuito al processo di unificazione, ai cambiamenti e alla crescita del Paese”. Perché “la storia della nostra nazione si è fatta per mano anche femminile, con coraggio, determinazione, passione”. Cominciando con le protagoniste di un secolo e mezzo fa, alle quali è dedicato il primo segmento della mostra, si dipana la narrazione che segna di volta in volta trasformazione e rinnovamento. Coloro che hanno fatto il Paese sono state tante: da sole o unite in esperienze collettive, hanno saputo affermare progressivamente le proprie idee, guadagnando posizioni di rilievo e una rinnovata concezione di sé.
Non c’è ambito, sfera o settore che non ne conosca la presenza: ricordare le donne e la loro crescita politico-sociale porta a tracciare un racconto costellato di grosse e minute -ma sempre intense- battaglie, indispensabili all’abbattimento di disuguaglianze sia nella sfera privata sia in quella pubblica; raccontare delle letterate equivale a riscoprire pagine di grande spessore stilistico e autentica vocazione; descrivere le pittrici conduce a scoprire e a riscoprire immagini fondamentali per l’evoluzione artistica nazionale.
Alcune hanno nomi noti, come Grazia Deledda e Rita Levi Montalcini, le due sole italiane che hanno conquistato il Nobel, Lina Merlin, Nilde Iotti e Tina Anselmi, di primo piano della scena politica, Bice Lazzari, Carla Accardi, Marisa Merz, significativi nomi dell’arte. Altre, invece, sono meno conosciute, però hanno compiuto scelte in grado di incidere nell’evoluzione politica e sociale, come Franca Viola, la prima ad aver rifiutato con coraggio un matrimonio riparatore, Alfonsina Strada, vincitrice al “Giro d’Italia” in gara con corridori uomini, o Anna Maria Mozzoni, pioniera del femminismo italiano e delle lotte per la conquista del diritto di voto alle donne.