Di certo, è una combinazione. Mentre in Giappone gravano le conseguenze del disastro nucleare provocato da terremoto e tsunami e mentre il dibattito generale torna sulla opportunità o meno di impiegare questa fonte (ieri palazzo Chigi ha approvato la moratoria per un anno), balza all’occhio l’emissione svedese annunciata per oggi.
Si tratta di cinque francobolli dedicati alle energie alternative. Ognuno costa 6,00 corone (nelle vignette il nominale è sostituito dall’indicazione del servizio, valido per spedire una lettera all’interno); quattro sono prodotti in carnet da dieci e richiamano sole, vento, biomassa e onde. Il quinto, in rotoli, riprende una di queste, proponendo un aeromotore.
Le energie rinnovabili -commentano da Stoccolma- sono usate soltanto per una piccola porzione del consumo mondiale, ma gli sforzi per aumentarla appaiono numerosi. Per esempio, i rappresentanti dell’Ue hanno concordato di svilupparne, entro dieci anni, l’impiego fino a coprire almeno il 20% del fabbisogno, contro la quota attuale che non raggiunge il 10%.
Anche il Liechtenstein, il 14 marzo, ha toccato l’argomento, proponendo tre francobolli da 1,00, 1,10 e 2,90 franchi dedicati a fotovoltaico, solare ed eolico, quale seconda parte di un percorso nato il 6 settembre scorso. Sono caratterizzati da colori termosensibili: appoggiandovi sopra un dito, si scoprono i pittogrammi che richiamano i singoli ambiti.