S’intitola “Alessandro Manzoni, uomo e scrittore” l’ultima mostra firmata da Fabrizio Fabrini. In corso fino al 31 luglio, prende spunto dal centocinquantesimo anniversario trascorso dalla morte. È ospitata a Milano presso la casa del letterato; risulta inaugurata il 22 maggio, quando contemporaneamente la struttura accoglieva in visita il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per l’annullo speciale ha partecipato il sindaco, Giuseppe Sala. Cosa si vuole di più?
Non è la prima volta: il filatelista ha organizzato iniziative analoghe in altri luoghi prestigiosi, dalle abitazioni di Giuseppe Mazzini a Genova e Pisa al Broletto di Pavia, dal salone “Pitti uomo” e dalla Fondazione “Franco Zeffirelli” di Firenze alla Biblioteca nazionale universitaria di Torino e a quella roncioniana di Prato, senza trascurare il Museo del tesoro nella Basilica di san Francesco ad Assisi (Perugia).
“Nel pomeriggio inaugurale -racconta a «Vaccari news»- la folla attendeva in strada; le persone sono state fatte entrare gradualmente a gruppi di venti, che le quattro guide hanno condotto all’interno, illustrando locali, libri, quadri… Quando entravano nelle sale dov’è ospitata la mia collezione, la guida mi cedeva la parola perché la presentassi”.
Una situazione ben diversa da quella riscontrabile normalmente… “Sì. La gente voleva scoprire l’autore de «I promessi sposi», non si aspettava di vedere francobolli e annulli. Ma in qualche modo ne ho approfittato, parlando, oltre che della mostra, pure della filatelia e delle associazioni. Nel frattempo, un video raccontava anche per immagini il Centro italiano filatelia tematica e le sue attività”.
“I gruppi, distanziati per una migliore visita, si sono susseguiti fino alle ore 23.30; per alcuni, considerata l’enorme affluenza, è stato effettuato un giro ridotto, saltando determinati ambienti. Quanto al percorso filatelico, ho contato oltre trenta gruppi, per un totale di almeno cinquecento persone in mezza giornata. Il tavolo di Poste italiane posizionato nel cortile ha chiuso in anticipo poiché aveva esaurito tutto il materiale disponibile, ovvero francobolli, cartoline, folder...”.
“Alla sera sono tornato in albergo stanco, con la voce rauca per le molte spiegazioni, ma soddisfatto, non tanto per il successo dell’esposizione, della quale non cito commenti, apprezzamenti, autografi, foto, ma perché convinto di aver dato un contributo, piccolo, ma spero utile, alla conoscenza della filatelia”.
“Il giorno successivo la situazione descritta proseguiva con molti studenti in coda per entrare. I visitatori singoli non venivano ammessi e invitati a tornare dopo le 14. Il tutto non certo per il valore della mia collezione, ma grazie al richiamo di Manzoni, della sua casa e della presenza del capo dello Stato” (continua).