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editor Fabio Bonacina

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Con la pubblicazione della legge, quasi completato il lungo riassetto per le tariffe agevolate. Restano fuori associazioni di categoria, ordini, sindacati e movimenti politici

Il testo definitivo è stato reso disponibile ieri notte
Il testo definitivo è stato reso disponibile ieri notte

Pubblicata come supplemento ordinario della “Gazzetta ufficiale” di ieri notte e subito entrata in vigore, la legge n°14 del 24 febbraio converte, modificandolo, il decreto-legge n°216 del 29 dicembre scorso (il “Mille proroghe”), riguardante appunto “proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Differimento di termini relativi all’esercizio di deleghe legislative”.

Nella versione ultima, un articolo intero, il n°21, è dedicato ai rinvii inerenti il settore postale. Si occupa, al comma n°1, del personale di Poste italiane distaccato presso altre amministrazioni (i comandi ora hanno il 31 dicembre come data ultima).

Ma, soprattutto, si concentra sulle spedizioni agevolate per gli editori. Il comma n°2 procrastina dal 31 dicembre 2012 al 31 dicembre 2013 le agevolazioni tariffarie in favore delle aziende iscritte al Registro degli operatori di comunicazione (Roc). Pure il comma successivo affronta la stessa materia, attraverso una serie di richiami a norme di non facile lettura. Frutto anche dei confronti registrati dopo l’1 aprile 2010, quando improvvisamente venne cancellato il regime allora in vigore. Gli esiti sono spiegati dall’Unione stampa periodica italiana, che li sintetizza nell’aver eliminato l’obbligo degli abbonamenti onerosi almeno al 50% e permesso ai sodalizi senza scopo di lucro di accedere agli sconti. “Non sarà, forse, «la soluzione» (alcuni si aspettavano ancora un trattamento più benevolo per le onlus), ma è «una soluzione»”, commenta la stessa Uspi. Permette a queste realtà, che da quasi due anni scontano la tariffa piena (ossia 0,2830 euro a copia) per la spedizione dei propri periodici, di accedere al listino riservato alle aziende inserite nel Registro e individuato, per le attività commerciali, con il decreto del ministro dello Sviluppo economico del 21 ottobre 2010. Tali realtà sono le onlus, le ong, i sodalizi di promozione sociale, di volontariato, le fondazioni ed associazioni aventi scopi religiosi, gli enti ecclesiastici, le associazioni storiche per la difesa dell’ambiente e le associazioni dei profughi istriani, fiumani e dalmati. Per tutte, anche per le associazioni d’arma, occorre l’iscrizione al Roc. Restano escluse, invece, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, i sindacati e i movimenti politici, i quali -per accedere alla tariffa Roc- dovranno ancora dichiarare un prezzo per copia o abbonamento (anche scorporandolo dalla quota associativa) e garantire l’invio di almeno il 50% dei periodici agli associati/abbonati paganti direttamente la quota. Altrimenti -sottolineano dall’Uspi- dovranno passare al “regime libero” (0,31 euro), perché la vecchia tariffa no-profit (0,2830) andrà in soffitta.




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