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editor Fabio Bonacina

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Due interventi politici richiamano la ristrutturazione annunciata da Poste italiane. Intanto, lunedì 30 aprile parecchi uffici faranno il “ponte”

Mentre parecchi uffici postali lunedì 30 aprile resteranno chiusi per il “ponte” (e non mancheranno le polemiche), il settore registra il ritorno del dibattito politico, questa volta concentrato sul problema degli esuberi.

Problema che giovedì è sbarcato al Consiglio comunale di Pisa. Seicento le persone a rischio in Toscana e centottanta solo nella città della Torre, dove si trova uno dei due centri di meccanizzazione (è quello di Ospedaletto, l’altro è a Novara) che devono essere ripensati. A prendere l’iniziativa è stato il capogruppo dell’Udc Luca Paolo Titoni, ma la mozione urgente è passata all’unanimità. Impegnando il sindaco e la Giunta a contattare immediatamente Poste per verificare la notizia, a farsi interprete presso il ministero del Lavoro ed il vertice della società per scongiurare “questa sciagurata decisione”, ad interessare la Giunta ed i consiglieri regionali pisani, ad informare i parlamentari toscani.

A ruota, si è fatto notare il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Alessandro Nicolò (Pdl), che ha giocato d’anticipo. La Calabria non è ancora coinvolta dalla riorganizzazione, ma incontrando il responsabile mercato privati per l’area territoriale Sud dell’operatore, Giuseppe Barreca, Nicolò ha messo le mani avanti. “Gli indirizzi nazionali di ristrutturazione e di riorganizzazione dei servizi di Poste, gli assetti e la robusta iniezione di sistemi informatici”, oltre a velocizzare le procedure, consentono “lo smaltimento di carichi di lavoro prima impensabili”, ha detto il vicepresidente. “Pertanto, dinanzi a tale scenario di razionalizzazione aziendale, restano tutte in piedi alcune necessità, come la salvaguardia dei posti di lavoro e la garanzia di evitare un impoverimento eccessivo delle strutture territoriali”. “Emerge con forza la necessità di un confronto costante con le istituzioni affinché logiche di programmazione industriale siano assunte previa precisa valutazione di impatto sociale”. “L’azienda esprime una elevata sensibilità istituzionale che certamente peserà allorché si vareranno le proposte di riorganizzazione, promuovendo una politica di ascolto e di confronto, senza per questo dover rinunciare a quella modernità di esercizio imposta dai tempi”.

La mozione approvata all'unanimità dal Consiglio comunale di Pisa
La mozione approvata all'unanimità dal Consiglio comunale di Pisa



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