Il “bustometro” di santa memoria fissa un modello per i plichi, ma questo non vuol dire che non si possano impiegare altri formati, considerati quindi non normalizzati. Come il triangolare, particolarmente apprezzato da Matteo Bottari.
“Sono nato a Parma nel 1973 e sono laureato in Storia dell’arte, con specializzazione sul cinema”, spiega il diretto interessato a “Vaccari news”. “Attualmente lavoro in una nota ditta di servizi via internet e telefonia. Poiché sono ipoacusico (ovvero, affetto da leggera sordità), ho sempre privilegiato il canale visivo e, quindi, ho dato grande attenzione al tema dell’immagine. La passione per la filatelia è nata grazie anche a questo mio handicap”.
Cosa colleziona? “In questo momento sto seguendo molto la storia postale, in particolare la corrispondenza nostrana di ogni tipo, ma tassata: le possibilità sono infinite, perché tanti risultano i casi. Inoltre, è possibile estendere le ricerche a pezzi da e per l’estero”.
E le spedizioni che prepara? “L’idea delle buste triangolari mi è venuta in mente dopo averne vista una degli anni Venti, offerta da una casa d’asta. Non l’ho presa, ma sono riuscito ad aggiudicarmene altre due, forse inviate dallo stesso mittente. Probabilmente erano state confezionate da personaggi legati alla Massoneria, come ha notato un perito al quale le ho fatte esaminare. Su internet ne ho vista una non viaggiata, adoperata dal poeta Giovanni Pascoli come testamento spirituale. Inoltre, ne ho varie russe: sono state approntate per emergenza e per facilitare il lavoro della censura”.
A chi sono destinate? “In genere le spedisco ad amici, filatelisti e no. Ho notato che sono molto apprezzate anche da chi non ha mai collezionato francobolli. Ho ricevuto mail di ringraziamento da parte di colleghi di lavoro. Un paio di volte me le sono auto spedite, utilizzando indirizzi fittizi: una è stata diretta in Vaticano. Non ho avuto ancora occasione di farlo dall’estero, a parte San Marino”.
Ha riscontrato problemi o curiosità? “Sì, innanzitutto dovuti alla carta. Ne ho bisogno di un particolare tipo, non troppo dura ma nemmeno sottile, quasi molle. Non si trova facilmente: di solito la vendono solo le cartolerie specializzate. Se uso una carta normale, vengono male, oppure troppo esili per gli standard postali. Quelle inviate sono sempre arrivate sane e salve, tranne una spedita per raccomandata; forse è stata rubata o è andata persa. Interessanti le tariffe: le Poste chiedono di affrancarle con il secondo porto e quindi con 1,90 euro (dall’1 dicembre saranno 2,15) e così ho spunto per composizioni particolari. Quando quest’anno sono spariti i tagli piccoli da 5, 10 e 20 centesimi, le difficoltà sono risultate non poche ed un paio di volte ho dovuto inventarmi porti inesistenti. Sarà curioso (e difficile, finché non uscirà il taglio da 2,15) realizzarne con il nuovo prezzo in vigore da lunedì; per esempio con un esemplare da 1,50 ed un altro da 0,65”.
Ha ideato altre iniziative paragonabili? “Ho spedito buste romboidali, ma poi in realtà sono cartoncini quadrati, ruotati di novanta gradi. Ho tentato di realizzarne a forma di semicerchio, ma ancora non sono riuscito bene. Si vedrà, non demordo: il mio bisogno-desiderio di comunicare passa anche per queste fantasie geometriche”.