Soltanto un piccolo riferimento postale, il “Ritratto di una coppia” di Wallerand Vaillant (Lille 1623 - Amsterdam 1677). L’olio su tela offre, nelle mani di lui, un foglio più volte piegato, che richiama comunicazioni a distanza, dunque interessi, attività, rapporti lontani.
Testimonia la scelta dei pittori nordici del Seicento di descrivere la vita borghese del periodo, attraverso il lavoro (significativa è un’altra opera dell’allestimento, “Il cambiavalute”, di Rembrandt), la vita casalinga, i ritratti dei ricchi, le risse all’osteria, perché i committenti sono gli stessi borghesi che vengono dipinti. Persino le dimensioni dei quadri sono ridotte, così da agevolarne la commercializzazione e il trasporto.
Soggetti, clienti e formati decisamente lontani da quelli utilizzati dagli artisti che nello stesso periodo, ma nell’Europa mediterranea, preferiscono ritrarre corti reali e temi religiosi, commissionati ancora dalla nobiltà e dalla Chiesa.
È la mostra “Da Rembrandt a Vermeer - Valori civili nella pittura fiamminga e olandese del ‘600”, proposta al Museo del corso (via del Corso 320, Roma) fino al 15 febbraio.
Accanto ai grandi artisti -che fanno da richiamo e di cui vengono offerte poche opere- emergono diversi altri nomi in Italia ancora poco valorizzati, ma che mettono in luce l’ambiente e le sue caratteristiche. Complessivamente, le tele sono 55, provenienti dalla Gemäldegalerie di Berlino. L’allestimento -spiega il presidente della Fondazione Roma, Emmanuele Francesco Maria Emanuele- “vuole offrire ai visitatori un nucleo fortemente rappresentativo di un genere poco visibile nei musei italiani e, perseguendo la filosofia della Fondazione, valorizzare l’arte come strumento di conoscenza e dialogo, capace di impostare un leale ed aperto confronto con le culture degli altri popoli”.
Il tema postale all’epoca di Johannes Vermeer è stato il filo conduttore di due allestimenti organizzati qualche anno fa al Bruce museum of arts and science di Greenwich (Connecticut) e alla National gallery of Ireland a Dublino, poi raccolti nel catalogo “Love letters - Dutch genre paintings in the age of Vermeer”.