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editor Fabio Bonacina

27225 news from 8/3/2003

Negli ultimi tempi, a lamentarsi sono stati Paraguay, Tanzania, Zambia ed Irak. Ma il fenomeno è antico…

Due dei “francobolli” contestati dal Paraguay
Due dei “francobolli” contestati dal Paraguay

Due mesi fa a Parigi, in occasione di “Planète timbre”, gli esperti ne hanno discusso. Il tema era (ed è) i francobolli illegali, stampati da realtà non autorizzate a farlo e che operano per i più diversi motivi, i principali dei quali vanno dalla redditività commerciale (specie con soggetti appetibili dal mercato, ad esempio personaggi o grandi eventi) alle iniziative politiche e di propaganda (davanti a situazioni instabili, con territori che si autoproclamano, o cercano di autoproclamarsi, indipendenti). Qualche volta, è difficile discernere una situazione dall’altra.

Un problema che si potrebbe definire classico, anche se ora -almeno dal punto di vista collezionistico- la piaga più preoccupante è data dall’elevata generosità dimostrata da alcune autorità ufficiali, fra cui la stessa Francia.

In ogni caso, gli Stati coinvolti non ci stanno e periodicamente protestano con l’Unione postale universale. Negli ultimi tempi sono pervenute le rimostranze e le diffide di Paraguay, Tanzania, Zambia ed Irak.

Nel caso di Asunción, il problema riguarda una presunta serie giunta sul mercato l’anno scorso e dedicata alla Guerra d’inverno, combattuta tra Finlandia ed Unione Sovietica nel 1939-1940. L’operatore postale sudamericano, Correo paraguayo, se n’è accorto per gli insistenti ordinativi giunti proprio dalla Finlandia. Più generiche le segnalazioni originate dall’Africa. In particolare, Dodoma ha denunciato esemplari che portano l’appellativo “Zanzibar”, mentre da Lusaka si cita una lunga serie di foglietti che raffigurano, ad esempio, Brigitte Bardot come Marie Curie, Alyssa Jayne Milano ed Elvis Presley, senza trascurare cani, pipistrelli ed altri animali.

Diversa è la circostanza presentata da Baghdad, che lamenta produzioni targate “Kurdistan”. È complesso valutare se effettivamente hanno un impiego locale o meno, ma è un dato di fatto che il territorio, oggi tornato in cronaca davanti alle minacce dell’Isis, da anni gode perlomeno di un’ampia autonomia. Tanto che si conoscono buste affrancate con cartevalori locali e giunte senza problemi in Italia.

La busta, affrancata con cartevalori etichettate “Kurdistan”, è davvero giunta in Italia senza problemi
La busta, affrancata con cartevalori etichettate “Kurdistan”, è davvero giunta in Italia senza problemi



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