È dovuta di fatto a Marco Besso (news precedente) la creazione di quella che appare la memoria storica delle Generali. Il cospicuo fondo -spiegano dalla sede- si articola in quattro serie, rilegate nel XX secolo in volumi azzurri, in parte contrassegnati da un numero di corda progressivo anche se non continuo, con lacune che farebbero ipotizzare la dispersione di alcuni elementi. Contengono la corrispondenza inviata e ricevuta dal segretariato generale di Trieste e dall’amministrazione della direzione centrale cominciando con il 1878, il carteggio di Giuseppe Stefani, per lo più legato alla sua attività di pubblicista nell’ufficio stampa, quello dell’area che si occupava del personale e infine le veline delle missive inviate a partire dal 1959.
Come tutti gli archivi, può serbare delle sorprese, nel caso specifico persino riguardanti Franz Kafka: ha lavorato nella compagnia, dov’è conservata la sua cartella personale. Entrato l’1 ottobre 1907 come impiegato ausiliario nel ramo vita presso l’agenzia generale di Praga, si licenziò per motivi di salute il 15 luglio 1908. Nel fascicolo si trova la domanda di assunzione con i dati relativi a studi e competenze, la sottoscrizione ed il curriculum autografi.
Lo stile di vita ed i suoi pensieri di quel periodo trovano riscontro in altri documenti, come gli scritti autobiografici e “Lettera al padre”. “In ufficio. Sono alle Assicurazioni generali, nutro però la speranza di sedermi un giorno sulle sedie di Paesi molto lontani, di guardare dalle finestre dell’ufficio su campi di canna da zucchero o cimiteri musulmani, e il ramo assicurazioni mi interessa molto, anche se per il momento il mio lavoro è triste”. “Ora la mia vita è in pieno disordine. Ho, è vero, un posto con un minuscolo stipendio di 80 corone e 8-9 interminabili ore di lavoro, ma le ore fuori dell’ufficio le divoro come una bestia feroce”. Tali testimonianze vennero spedite da lui a Hedwig Weiler, con cui ebbe una breve relazione. Era l’8 ottobre 1907 (continua).