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editor Fabio Bonacina

27252 news from 8/3/2003

Tra gli oggetti, in mostra fino al 2 giugno, dieci cartoline e quattro lettere

“Futurballa”, come spesso si firmava, è lì, con duecento delle sue opere. Ma “Giacomo Balla - La modernità futurista”, cioè la mostra che fino al 2 giugno il milanese palazzo Reale dedica all’artista, non offre solo olii, tempere, pastelli, acquarelli, disegni, assemblaggi, sculture, fotografie e documenti.

Compare anche un Balla... postale, cioè che interpretava secondo la sua verve le missive da spedire. Una speciale vetrina dell’allestimento propone dieci cartoline scritte tra il 1914 ed il 1919, oltre a quattro lettere datate tra il 1920 e il 1947. L’affrancatura non si fa certo notare (spesso si tratta di normali ordinari), ma già si distinguono i destinatari, fra i quali figurano personalità del calibro di Umberto Boccioni, Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà e Fortunato Depero (i futuristi si scrivevano continuamente). Spiccano, poi, i testi, nei quali si leggono slogan come “W la guerra, morte ai tedeschi” o commenti lapidari del tipo “Caro Boccioni, mi diventi un letterato in libertà”.

Altre corrispondenze hanno un approccio creativo. Il testo “Tue nuove ricerche - esplosioni audacissime”, ad esempio, rinuncia alla classica disposizione da sinistra a destra e dall’alto in basso per comporre un’immagine che, già a prima vista, ricorda i fuochi artificiali.

La creatività, magari, si esprime intervenendo sul lato fotografico della cartolina. Una banale istantanea dedicata a corso Vittorio Emanuele di Milano e prodotta in serie e diventa così una sgargiante testimonianza (anzi, un trionfo, come è scritto) dove strada e passanti sono travolti dalle fughe e dagli altri tratti che il “Balla futurista” ha aggiunto.

Le sorprese non sono finite. Tra le opere proposte compaiono i richiami ai due francobolli da 41 e 52 centesimi emessi il 26 novembre 2003. Il primo è il “Forme grido viva l’Italia” (un olio su tela del 1915, conservato a Roma presso la Galleria nazionale d’arte moderna); il secondo è il “Linee-forza del pugno di Boccioni” (vi sono tre studi, realizzati con matita e acquerello su carta databili intorno al 1916, nonché il progetto esecutivo, una tempera su carta dello stesso anno, tutti reperti oggi appartenenti a collezioni private).

L’iniziativa vuole sottolineare il centenario del Futurismo e il cinquantenario della scomparsa di Giacomo Balla, avvenuta l’1 marzo 1958 (era nato il 18 luglio 1871). Il percorso espositivo è organizzato in cinque sezioni. Riprende -precisano gli organizzatori- “le tematiche della mostra con un allestimento all’insegna delle linee oblique e piani slittanti in sintonia con l’opera dell’artista e in contrasto con lo stile neoclassico delle sale espositive di palazzo Reale”.

La cartolina diretta a Fortunato Depero e “interpretata” da Giacomo Balla; sotto, i due francobolli del 26 novembre 2003 confrontati con gli originali
La cartolina diretta a Fortunato Depero e “interpretata” da Giacomo Balla; sotto, i due francobolli del 26 novembre 2003 confrontati con gli originali



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