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editor Fabio Bonacina

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Quella volta che, con Gino Bramieri e Marisa Merlini, il pacco necessario alla scena venne affrancato con gli speciali francobolli...

L'attore-filatelista Gianfranco Jannuzzo
L'attore-filatelista Gianfranco Jannuzzo

A livello espositivo ha debuttato nel 2004 quando, ricorda in questa intervista a “Vaccari news”, “ho esposto a Palermo, sotto l’egida dell’Unione filatelica siciliana, una selezione di sessanta fogli dei miei «Sardi italiani di Sicilia». Non ero -precisa l’attore Gianfranco Jannuzzo- in competizione, ma i giurati mi hanno generosamente incoraggiato a continuare”. Ad Acireale, cioè alla recentissima semifinale del Campionato cadetti, “ho ottenuto un risultato molto elevato, l’oro grande e le felicitazioni della giuria: sono cose che non ti puoi aspettare e che ti inorgogliscono”. Ed ora si prepara per “Romafil”...

Quando e come è diventato collezionista? “Mi sono appassionato agli inizi degli anni Novanta; mettendo in ordine i miei libri, ho ritrovato il vecchio classificatore con i francobolli raccolti da ragazzo. C’era anche una lettera molto rovinata ma i cui francobolli erano annullati con il timbro di Girgenti, l’antico nome della mia città natale. Ho cominciato, allora, a raccogliere quelle buste. Adesso seguo gli annullamenti borbonici su francobolli di Sardegna in Sicilia e i sardo italiani di Sicilia. Ho avuto il privilegio di imparare da maestri del calibro di Nino Aquila, Francesco Orlando, Francesco Lombardo”.

Naturalmente, vi sono dei pezzi della sua collezione ai quali tiene particolarmente... “Penso, in particolare, ad una raccomandata di doppio porto, spedita da San Cataldo il 4 gennaio 1863 e diretta a Palermo. Fu affrancata con una striscia di cinque più un esemplare singolo del 10 centesimi di Sardegna. È la prima data nota del bollo in cartella «raccomandato». Prima di allora, fino al dicembre del 1862, si era usato il timbro ovale di fornitura borbonica «assicurata». Ci sono affezionato perché l’ho avuta da Pino Vitale, uno di quegli operatori del settore in grado, con la sua enorme competenza, di appassionare e formare tanti collezionisti”.

Come riesce a coordinare l’attività collezionistica con quella professionale? “In tournée con il mio amato teatro ho l’occasione di cercare in negozi di filatelia di tutta Italia; con molti dei loro titolari sono diventato amico e li vado a trovare periodicamente. Accanto alla tournée teatrale, dunque, c’è quella filatelica”.

Un rapporto, quello con il mondo della posta, che occasionalmente è stato valorizzato pure sul set... “Con Gino Bramieri e Marisa Merlini -ricorda- raccontammo la storia di un misterioso pacco postale contenente un miliardo di lire, recapitato ad una coppia di pensionati. Pietro Garinei, che produsse lo spettacolo e che ne curò la regia, volle, perfezionista com’era, che il plico venisse affrancato vistosamente; manco a dirlo... con i francobolli dei pacchi postali!”.

Conosce altri attori che sono collezionisti? “Qualcuno mi ha parlato di Giancarlo Dettori; devo chiederglielo appena lo incontro”.

La sua lettera preferita, viaggiata da San Cataldo a Palermo il 4 gennaio 1863; testimonia il passaggio dal bollo “assicurata” a quello “raccomandata”
La sua lettera preferita, viaggiata da San Cataldo a Palermo il 4 gennaio 1863; testimonia il passaggio dal bollo “assicurata” a quello “raccomandata”



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