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editor Fabio Bonacina

27259 news from 8/3/2003

La mostra, con risvolti anche postali, sarà raggiungibile a Firenze da oggi al 25 ottobre

Da una parte (promosso grazie all’Ente Cassa di risparmio) il Risorgimento e Giuseppe Garibaldi; dall’altra la Prima guerra mondiale. Doppio appuntamento espositivo dai risvolti postali a Firenze.

La seconda iniziativa, in particolare, si intitola “La bellezza e l’orrore. La Società delle belle arti di Firenze e la Grande guerra”. Sarà raggiungibile da oggi al 25 ottobre presso la medesima Società delle belle arti - Circolo degli artisti “Casa di Dante” (via Santa Margherita 2; orari 10-12 e 16-19, chiuso solo il lunedì; ingresso libero). Dietro, la Soprintendenza archivistica per la Toscana.

“Sono esposte -puntualizza ai lettori di «Vaccari news» la stessa soprintendente, Diana Toccafondi- molte lettere e cartoline, di cui alcune dal fronte”, come quella del pittore Edgardo Rossaro utilizzata per caratterizzare l’invito.

Che cosa hanno a che fare gli artisti con i conflitti e, in particolare, con quello che nella memoria d’Europa è rimasto etichettato come la Grande guerra? Più in particolare, come vissero gli artisti fiorentini quel momento e quale fu il ruolo della loro associazione, la Società delle belle arti? La mostra cerca di rispondere a tali domande.

Le carte conservate nell’archivio della Società parlano del contributo da essa dato alla generale mobilitazione, delle iniziative a sostegno dei membri e delle loro famiglie, dell’organizzazione di esposizioni per gli iscritti finiti sotto le armi. Accolgono opere di pittori come Anselmo Bucci, del quale si potrà vedere esposta una lettera con disegni recuperata sul mercato antiquario dal Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale, e di scultori come Giovanni Mestica, la cui morte al fronte è raccontata con accenti commossi dall’amico Ottone Rosai nelle sue memorie.

Il sodalizio, però, promuove anche iniziative per la raccolta di fondi come l’esposizione-vendita del ventaglio patriottico, invitando gli artisti a decorare “questo gentile oggetto muliebre”, in singolare contrasto tra la leggerezza dell’articolo e la gravità del momento. In loro, divisi tra passione interventista e duro richiamo alla dolorosa realtà del conflitto, vive la doppia anima della città: da un lato la Firenze di Ottone Rosai, percorsa da giovani desiderosi di combattere, nei cui occhi “c’è già come un lampo di baionetta nel buio di una trincea notturna” e dove al caffè Giubbe rosse “non si parla più d’arte” ma di combattimenti. E poi c’è la Firenze di Aldo Palazzeschi, “città meno militare di questa terra”, aliena dallo spirito guerresco e deturpata dalla guerra proprio nella sua essenza, la bellezza. In ambedue i casi, il ruolo dell’arte, della bellezza, e quindi dell’intellettuale, dinnanzi alle ostilità è centrale; sul tema, Palazzeschi, a pace ritornata, darà un giudizio senza appello: “C’era una persona dalla quale questa guerra doveva venire subito condannata e respinta: l’artista, e su tutti il poeta”.

L’inaugurazione avverrà oggi alle ore 17. In programma due eventi che si terranno nella stessa sede: il 13 ottobre alle 17 l’incontro con Marino Biondi e Nadia Marchioni (rispettivamente, Università di Firenze e di Pisa) su “La fascinazione della guerra: gli artisti e la Grande guerra”; il 24 ottobre alla stessa ora un concerto del pianista Gregorio Nardi, con la presentazione di alcuni recenti ed inediti ritrovamenti documentari relativi al conflitto tratti dall’archivio Bargellini-Nardi.

Edito un catalogo di 64 pagine con illustrazioni in bianco e nero; è gratuito ma per le richieste a distanza occorre pagare le spese di spedizione.

Artisti mobilitati: una cartolina del pittore Edgardo Rossaro, spedita il 23 giugno 1915 da Sappada (Belluno)
Artisti mobilitati: una cartolina del pittore Edgardo Rossaro, spedita il 23 giugno 1915 da Sappada (Belluno)



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