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editor Fabio Bonacina

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Quando Giacomo Balla realizzò francobolli, senza conoscere le norme tecniche

Uno dei tre francobolli uguali creati da Duilio Cambellotti
Uno dei tre francobolli uguali creati da Duilio Cambellotti

Non solo pittore e interprete del Futurismo. Giacomo Balla, al cui lavoro è dedicata la mostra milanese di palazzo Reale aperta fino al 2 giugno, è legato a doppio filo al mondo dei francobolli. Sia perché alcuni suoi lavori sono stati ripresi in formato dentellato per celebrarlo (è il caso del 41 e del 52 cent usciti il 26 novembre 2003), sia perché -episodio più inconsueto- egli stesso, da vivo, ha realizzato cartevalori.

Si tratta della serie da sei pezzi emessa il 24 ottobre 1923 per il primo anniversario della “Marcia su Roma”. I tre tagli più bassi, da 10, 30 e 50 centesimi, offrono lo stesso soggetto, dovuto allo scultore, disegnatore e scenografo Duilio Cambellotti, raffigurante il fascio inserito tra serti di fiori, a richiamare il tema della giovinezza.

I restanti sono firmati Giacomo Balla ed offrono due vignette differenti. Gli esemplari da 1 e 2 lire, identici, riprendono il simbolo fascista, associandolo questa volta all’aquila imperiale e alla corona di quercia e lauro. Più complessa è l’ultima pezzatura, in vendita a 5 lire. Propone, come la descrissero mezzo secolo fa al ministero alle Poste e telecomunicazioni, “la visione di una città ideale, ricca di stabilimenti industriali, sorvolata da aerei, con la stella d’Italia sullo sfondo del cielo”; i fasci, questa volta, sono laterali. A creare qualche dubbio non furono le ciminiere da cui esce fumo nero (solo diversi decenni più tardi avrebbero assunto un significato negativo), ma un elemento tecnico. “Siamo sorpresi -si legge sul «Corriere filatelico» del mese successivo all’emissione- di rilevare che i francobolli da una e due lire commemorativi dell’avvento del Partito fascista al potere sono privi della indicazione «Poste italiane» e recano il valore in tutte lettere anziché in cifre arabe”. Dettaglio, quest’ultimo, che violava le disposizioni internazionali in materia. “Ne segue che, in causa dell’inosservanza di tale accordo, due francobolli della serie non possono essere ammessi ad affrancare le corrispondenze dirette all’estero, e sono appunto quelli che, rispetto alle attuali tariffe, sarebbero più usati nelle relazioni internazionali”.

“Per sintesi grafica, pregnanza simbolica e per qualità figurativa” -scrisse negli anni Ottanta il critico d’arte Federico Zeri- i bozzetti di Balla “sono di gran lunga i migliori prodotti durante gli anni del fascismo”.

Gli altri esemplari, dovuti a Giacomo Balla
Gli altri esemplari, dovuti a Giacomo Balla



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