Nell’ottobre scorso, dopo la denuncia da parte di Tnt post Italia, l’apertura dell’istruttoria sottoscritta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Ed ora il recepimento di cinque impegni sottoscritti da Poste italiane per risolvere la vertenza.
La società guidata da Massimo Sarmi si rende disponibile “ad attuare iniziative di comunicazione e formazione nei confronti del proprio personale, in particolare dei portalettere, anche attraverso l’adozione di circolari interne, istruzioni e corsi specifici di aggiornamento, al fine di richiamare l’attenzione del personale addetto al servizio di distribuzione sulle corrette modalità di gestione degli invii privi di affrancatura”. Sottolineando l’obbligo di adoperare cura e diligenza nell’individuare i plichi affidati ad altri operatori e il divieto di ricevere, detenere o prendere in custodia quelli rinvenuti al di fuori della propria rete.
Al tempo stesso, accetta di organizzare una nuova “procedura di gestione degli invii non affrancati rinvenuti”. In base a questa, l’operatore responsabile della spedizione viene avvertito del ritrovamento e della possibilità di ritirarla presso le proprie strutture territoriali; decorsi cinque giorni lavorativi senza riscontri, Poste contatterà il mittente. In base a tale procedura, non applicherà alcuna tariffa qualora il concorrente interessato (o il mittente) ritiri la corrispondenza in questione presso le proprie strutture.
Quanto alla gestione, si impegna a rivederne gli aspetti organizzativi, individuando specifici uffici responsabili. Saranno questi e non le divisioni commerciali a contattare gli altri operatori o i mittenti per adempiere le procedure previste nel punto precedente.
“Posta time” e la notificazione di atti della Pubblica amministrazione a mezzo messo saranno seguiti esclusivamente da una nuova società consortile per azioni, la Newco. I contratti con la clientela verranno conclusi direttamente da questa realtà, “che definirà in autonomia commerciale i prezzi di fornitura” delle prestazioni. Così da “prevenire la possibilità di sfruttare o comunque trarre vantaggio dalle informazioni commerciali acquisite in virtù dello svolgimento di attività riservate per orientare le politiche di vendita dei servizi interessati”.
L’azienda, infine, si rende disponibile “a precisare l’ambito dei servizi postali che la legge riserva alla stessa”, e che le Pa non possono affidare mediante gare ad evidenza pubblica.
Rese note le promesse di Poste italiane, ora spetta ai terzi interessati esprimere, entro il 20 settembre, le eventuali osservazioni. In base alla nuova tabella che l’Agcm si è data, quest’ultima ha tempo fino al 23 dicembre per valutare le proposte ed entro il 31 gennaio dovrà chiudere il procedimento.