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editor Fabio Bonacina

27262 news from 8/3/2003

Il 20 maggio 1967 la prima delle emissioni che hanno reso omaggio alla popolare manifestazione. Altre sono giunte nel 1992 e nel 2009. Non è stato così ora

Uno dei bozzetti poi divenuti francobollo nel 1967
Uno dei bozzetti poi divenuti francobollo nel 1967

È la corsa ciclistica internazionale professionisti della quale sono ben conosciuti il fascino e la tradizione popolare. Ha avuto inizio nel lontano 1909, ed è giunta oggi alla sua cinquantesima edizione, non essendo stata effettuata, a causa delle dolorose contingenze belliche, negli anni che vanno dal 1915 al 1918 e dal 1941 al 1945. In questo lasso di tempo ha percorso un itinerario di 180mila chilometri, di cui 3mila in territorio estero. Normalmente, ogni volta si attraversano all’incirca 70 province e 700 comuni, per un totale complessivo di 1.200 abitati fra capoluoghi, frazioni e borgate. Impressionante la folla che, da sempre, fa ala lungo le strade, incitando e acclamando a gran voce i corridori…

Sono alcuni dei concetti sottoscritti, mezzo secolo fa, nel bollettino illustrativo con sei firme. Sono del direttore del “Giro d’Italia”, Vincenzo Torriani, e di cinque protagonisti: Gino Bartali, Gaetano Belloni, Alfredo Binda, Costante Girardengo e Fiorenzo Magni. Perché il 20 maggio 1967 la cinquantesima replica della sfida venne sottolineata con tre francobolli, in vendita a 40, 90 e 500 lire, firmati da Ettore Consolazione, Pietro Cuzzani e Alessandro De Stefani.

Così non è stato per il 2017, e già il 25 gennaio lo spiegò l’allora responsabile per la filatelia, Pietro La Bruna. L’organizzazione -precisò- “non ha richiesto nessun annullo e non concede il logo per la realizzazione da parte di terzi. Né da parte di Poste se non pagando una royalty importante”.

Stando solo alle cartevalori nazionali, il confronto sulle due ruote venne rappresentato ancora il 23 maggio 1992 (due esemplari da 750 lire in coppia emessi per la settantacinquesima gara) ed il 9 maggio 2009 (60 centesimi nel centenario).

Sempre riferiti a mezzo secolo fa, i lavori non adottati di Armando Messina (i primi tre), Pietro Gallina (i due successivi), dell’Istituto poligrafico dello stato (i rimanenti). Tutte le immagini provengono dal Museo storico della comunicazione di Roma (ministero allo Sviluppo economico)
Sempre riferiti a mezzo secolo fa, i lavori non adottati di Armando Messina (i primi tre), Pietro Gallina (i due successivi), dell’Istituto poligrafico dello stato (i rimanenti). Tutte le immagini provengono dal Museo storico della comunicazione di Roma (ministero allo Sviluppo economico)



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