Una delle differenti versioni del famosissimo “Love” compare quale emblema della mostra “Robert Indiana” che la svizzera Locarno ha dedicato all’artista statunitense, nato a New Castle, nell’Indiana, il 13 settembre 1928 come Robert Earl Clark. È l’acquaforte ed acquatinta del 1967, che però al momento non risulta presente all’allestimento. Il caso è scoppiato pochi giorni prima dell’inaugurazione, quando ormai non si poteva tornare indietro. Insieme ad altre opere, è stata sequestrata al proprietario -questa la spiegazione espressa dietro le quinte- per importazione non dichiarata. Così, ai visitatori non resta che… consolarsi con una serigrafia, del 2007, intitolata “The great love”, dove la fatidica parola è ripetuta quattro volte, negli stessi colori. Gli stessi colori (ma verde e blu risultano invertiti) impiegati anche nel francobollo da 8 centesimi emesso dagli Stati Uniti il 26 gennaio 1973. Francobollo assente dal percorso ma correttamente citato dal sindaco, Alain Scherrer, durante la presentazione. A proposito, quale fu l’origine del soggetto, prima di diventare una vera e propria icona della Pop art? Ha origine postale: un cartoncino di auguri natalizi commissionato dal Moma nel 1965!
“Non avevo idea -ha detto l’artefice- che «Love» avrebbe catturato tanto l’attenzione. Sembrerà strano, ma non pensavo minimamente di anticipare la generazione dell’amore e gli hippies. Era un concetto spirituale. Non è più una scultura dell’amore. È diventata il tema stesso dell’amore”.
Il soggetto -annota il critico Walter Guadagnini- rappresenta “una sorta di concentrato di tutto ciò che appartiene alla cultura di Indiana e insieme alla cultura del proprio tempo, un successo che in qualche modo ha persino nuociuto al riconoscimento della qualità dell’opera complessiva dell’artista, proprio perché ha sbilanciato la lettura del suo lavoro, semplificandolo oltremisura”.
La rassegna, insomma, riequilibra un po’ le cose, offrendo anche altre realizzazioni dell’autore. Raggiungibile fino al 13 agosto alla Pinacoteca comunale casa Rusca, si snoda a partire da esempi di dipinti su legno, risalenti alla fine degli anni Cinquanta, dove si nota la predilezione per i motivi geometrici. In seguito le parole ed i segni diventano i protagonisti assoluti, elaborati a partire dall’osservazione del panorama nazionale. Di sala in sala, ecco titoli carichi di riferimenti autobiografici, concludendo con dipinti e serigrafie degli ultimi tempi, dalla serie dedicata a Marilyn Monroe alle produzioni ispirate alla lingua cinese. Si fanno notare due esempi di grandi assemblaggi lignei.