Uscirà presumibilmente il 26 agosto o qualche giorno dopo, ma già è polemica. È il francobollo che gli Stati Uniti hanno deciso di dedicare a madre Teresa di Calcutta di cui, dalla fine dell’anno scorso, sono noti immagine e valore (un 44 centesimi).
A guidare le proteste è la Freedom from religion foundation, realtà con sede nel Wisconsin impegnata nel tenere separati, secondo i principi costituzionali, lo Stato dalle espressioni religiose.
Il punto di partenza della critica sono gli “Stamp subject selection criteria”, cioè le regole cui l’operatore postale Usps deve attenersi quando sceglie i soggetti delle cartevalori. Il nono punto del documento prevede infatti che francobolli ed interi non debbano onorare istituzioni pie o individui “i cui principali meriti sono associati ad attività o convinzioni religiose”.
Nonostante questo, nel tempo “il molto politicizzato Citizens’ stamp advisory committee (l’equivalente statunitense della Consulta, ndr) ha compiuto alcune strane decisioni”. Nel contesto specifico, “un potere sproporzionato” è giocato dalla Chiesa cattolica. E non vale -secondo la Fondazione- il rilievo in base al quale Agnes Gonxha Bojaxhiu è ricordata per la sua attività umanitaria, d’altro canto indiscutibilmente legata alle Missionarie della carità, visto che un diverso punto dei criteri, il sesto, mette all’indice le celebrazioni “per onorare organizzazioni di fratellanza, politiche, settarie o di servizio e filantropiche”.
Da Usps tagliano corto. Madre Teresa -ricordano a “Vaccari news”- è una cittadina onoraria degli Stati Uniti, un Nobel per la pace e una grande benefattrice che si è distinta nell’aiutare i poveri. “Merita -è la sottolineatura- questo grande onore”.