“Uffici postali relegati in scantinati, magazzini o addirittura in container. Le attività per l’espletamento dei servizi postali e di corrispondenza sempre più all’avanguardia dal punto di vista digitale, sono di fatto erogati in strutture sempre più fatiscenti”. A sostenerlo è il presidente di Adiconsum in Calabria, Michele Gigliotti. Segnalando sistemazioni tampone e momentanee trasformatesi in vere e proprie scelte definitive. Nel caso specifico, dal 2017 la sportelleria di Santa Eufemia Lamezia (Catanzaro), il cui bacino di utenza è di oltre trentamila clienti con l’annesso indotto dei supporti aeroportuali e ferroviari, è ubicata in un container di via Tetro, accanto alla sede abbandonata. La gestione di oltre mille conti correnti accesi, corrispondenza, consulenza finanziaria e assicurativa “è affidata al personale che -costretto a districarsi tra scaffali, stufe e faldoni- opera in condizioni davvero disagiate”. Rispondere alle esigenze dell’utente è ormai una missione. Utente che, a causa di tale contesto del tutto inidoneo, subisce lesioni continue ai diritti garantiti e tutelati dal legislatore nazionale ed europeo, a cominciare dalle norme in materia di sicurezza e riservatezza. “Invitiamo -prosegue poi la nota- Poste italiane a conformarsi e a rispettare la «Direttiva generale per l’adozione da parte dei fornitori di servizi postali delle carte dei servizi»”, cioè la delibera 413 del 29 luglio 2014, sottoscritta dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Le persone- conclude Michele Gigliotti- hanno il diritto di ricevere “un trattamento uguale sul territorio nazionale eliminando così il rischio di fruizione differenziata a causa di dinamiche proprie dell’azienda o del territorio”.
In container sì, ma fino a quando?
04 Mar 2019 16:43 - NEWS FROM ITALY
Succede all’ufficio postale di Santa Eufemia Lamezia (Catanzaro). La richiesta di Adiconsum: rispettare le norme Agcom