Un problema spesso adottato a proprio favore da Poste italiane per giustificarsi di ritardi o mancate consegne: troppi ancora i numeri civici mancanti. Per lo stesso problema, Milano ha deciso di dotare tutti i negozi ed i passi carrai che si affacciano sulla strada di uno specifico identificativo (ora fanno riferimento a quello dell’immobile in cui si trovano).
Nel contesto, ecco il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, pubblicato il 19 luglio in “Gazzetta ufficiale”. Tratta il “Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni”, volto a sostituire quelli -molto costosi- a periodicità decennale utilizzando informazioni provenienti da fonti amministrative, integrate da rilevazioni statistiche campionarie.
L’avvio, però, appare lontano: l’Istituto nazionale di statistica, che in passato ha realizzato alcune sperimentazioni, ha tempo fino al 31 dicembre 2017 per definire le attività preparatorie inerenti “la metodologia di indagine, i contenuti, le tempistiche e le modalità di rilascio dei dati” raccolti. Il primo ciclo di campionature sarà completato per i valori inerenti al 2021.
Compito dei Comuni, invece, è gestire ed aggiornare i piani topografico ed ecografico del territorio su cui sono competenti. L’ecografico riguarda le aree di circolazione: l’Ente assegna loro “una propria distinta denominazione nonché un numero civico progressivo a ciascun accesso ad essa appartenente”.
Istat ed Agenzia delle entrate dovranno realizzare l’Archivio nazionale dei numeri civici delle strade urbane, tecnicamente denominato Anncsu. Il suo obiettivo è divenire il riferimento per gli stradari e gli indirizzari comunali.