Un classico che davvero non può essere trascurato da chi vuol andare oltre la semplice vignetta del francobollo. Dopo essere stato incluso –era il 1980- nella “Storia dell’arte italiana” di Einaudi e nel 1993 proposto dal Melangolo in formato tascabile, il saggio di Federico Zeri torna per conto di Skira. È “I francobolli italiani”, che ha ora perso il sottotitolo “Grafica e ideologia dalle origini al 1948”, in grado di qualificare meglio il taglio dell’opera.
Considerato uno dei più grandi storici dell’arte italiani, Federico Zeri (1921-1998) ha mostrato con questo studio di conoscere davvero anche le carte valori e di saper leggere fra le righe, andando oltre le apparenze nell’esaminare le produzioni tricolori dagli Antichi Stati agli anni Cinquanta del Novecento. Perché il francobollo ha sì la funzione di affrancare la corrispondenza, ma è anche -scrive- “un mezzo di comunicazione grafica latore di due messaggi, l’uno relativo all’autorità emittente, l’altro riguardante il suo costo, che è anche il costo della funzione cui è destinato... Il tipo della stampa, i caratteri delle scritte e delle cifre, l’immagine con cui l’autorità emittente si dichiara, sono tutti dati da cui il bollo postale deriva una precisa posizione storica, ben più complessa di quel che sia implicito nel suo semplice atto di nascita”.
L’attuale edizione si articola in 44 pagine di testo e 32 tavole con i francobolli citati, questa volta riprodotti a colori grazie all’intervento di Raffaele Diena. Costa 14,50 euro.