Mentre la versione elettronica resta ancora un obiettivo da raggiungere, il voto riscopre la posta. Per la prima volta in occasione di consultazioni politiche, i residenti italiani all’estero potranno esprimere le proprie scelte a distanza, invece di tornare nelle località di origine.
Una tappa che verrà sottolineata anche da un francobollo, atteso per il 31 marzo.
Ma come funziona, nel dettaglio, la procedura? I residenti oltre confine sono chiamati ad eleggere dodici deputati e sei senatori assegnati alla Circoscrizione estero, suddivisa in quattro ripartizioni geografiche: Europa ed i territori asiatici di Russia e Turchia; America Settentrionale e Centrale; America Meridionale; Africa, Asia, Oceania ed Antartide.
“Possono votare per corrispondenza -precisano però da Palazzo Chigi- tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali della Circoscrizione estero e residenti nei Paesi con i quali sono stati stipulati appositi accordi (intese) che prevedono l’esercizio di tale diritto”.
I votanti dovrebbero avere ricevuto l’occorrente: dopo aver espresso la propria preferenza, le schede (o la scheda, se l’elettore ha meno di 25 anni ed è consultato quindi solo per la Camera) vanno inserite in una delle due buste, completamente bianca. Quest’ultima va poi messa nel secondo plico, già affrancato e indirizzato alla rappresentanza diplomatica di riferimento, “senza –come sottolineano le istruzioni- aggiungere il mittente”.
In base alle istruzioni, l’elettore ha tempo fino alle ore 16 (locali) del 6 aprile per far pervenire il proprio voto.