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editor Fabio Bonacina

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Il 19 dicembre l’anniversario della nascita, sottolineato dal Museo che porta il suo nome con un appuntamento anche dai contenuti epistolari. E, l’anno prossimo, la valorizzazione dentellata

Trieste conserva anche l'epistolario dell'artista
Trieste conserva anche l'epistolario dell'artista

Iniziative in vista per il 149° anniversario -che cadrà il 19 dicembre- della nascita di Aron Hector Schmitz, sicuramente più noto come Italo Svevo. Aspettando il secolo e mezzo, che sarà ricordato dal Bel Paese, in un giorno ancora non precisato del 2011, con un francobollo da 60 centesimi.

Alle ore 17 di domenica, presso palazzo Gopcevich in via Rossini 4 a Trieste, verrà proposto “L’avvenire dei ricordi: Italo Svevo cent’anni fa” (ingresso libero fino a esaurimento dei posti). Attraverso un montaggio di parole e immagini, trafiletti di giornali, notizie storiche, curiosità, fotografie, filmati d’epoca e brani della corrispondenza privata dello scrittore- “si cercherà di ricostruire la particolare atmosfera di quell’anno. Un 1910 in cui la Senna inonda Parigi trasformandola in una Venezia transalpina (forse a causa del malefico influsso della cometa di Halley, il cui passaggio evoca timori e foschi presagi), i pionieri dell’aria ottengono sempre nuovi record e collezionano drammatici incidenti, Tolstoj ottuagenario fugge l’oppressiva tutela della moglie e dei figli e va a morire in una piccola stazione ferroviaria sperduta nella steppa e Svevo, a Murano e a Londra, attende sempre alla «cotta» della vernice sottomarina della fabbrica dei suoceri e scrive lunghe, divertenti lettere alla moglie Livia”. Lettere che verranno interpretate dall’attore Corrado Travan con l’accompagnamento al pianoforte del maestro Carlo Moser.

Dietro c’è il Museo sveviano, nato nel 1997 e che ha sede nella medesima città, in via Madonna del Mare 13. Un piccolo allestimento, ma c’è la spiegazione: raccoglie quanto rimasto dalla casa dello scrittore, distrutta insieme alla fabbrica dei suoceri da un bombardamento alleato il 20 febbraio 1945. Ecco quindi un violino, fotografie, un armadio e una quarantina di volumi della sua biblioteca, ma non i testi originali dei suoi romanzi... Salvi, invece, altri 113 manoscritti (novelle, favole, saggi, articoli...) e l’epistolario, poiché all’epoca non si trovavano più nell’edificio.

Il carteggio oggi rappresenta probabilmente la parte più significativa di quanto rimasto, forte di 135 interlocutori, per un totale di 750 documenti. Vi compaiono, ad esempio, 23 tra lettere e cartoline speditegli da James Joyce (ed 8 minute che hanno fatto la strada contraria); risalgono al 1924-1925, quindi sono successive alla pubblicazione della “Coscienza di Zeno”. Consultandole, si capisce il ruolo avuto dal collega irlandese nel promuovere il romanzo fra i critici. E poi vi sono i testi di Eugenio Montale (64 pezzi), Giuseppe Prezzolini (31), Giovanni Comisso (19), Ezra Pound (1)... Una seconda raccolta offre altre 710 corrispondenze, scambiate con la moglie, Livia Veneziani. Corrispondenze impari, poiché parte di quelle spedite dalla consorte sono state da lei stessa distrutte prima che la figlia Letizia donasse l’insieme al Comune.

Tra gli altri oggetti del Museo, oltre a locandine di appuntamenti, edizioni particolari, tesi di laurea, figura una strana valigia -definita “museo portatile”- che i filatelisti notano subito: gli interni, muniti di particolari estensioni, riproducono fra l’altro alcune buste che, attraverso annulli e francobolli, rimandano a diverse epoche del Novecento in città, dal dominio austro-ungarico agli anni Cinquanta. Venne ideata dall’artista Roberto Bilucaglia nel 2000 per lo spettacolo “Gli ulissidi”, accompagnava due attori (Maurizio Zacchigna e Adriano Giraldi) per uno spettacolo itinerante, diretto dalla scomparsa regista Elena Vitas, nelle strade storiche di Trieste.

Due lettere provenienti dall'archivio: la prima scritta il 18 maggio 1899 dalla moglie Livia a Italo Svevo; la donna si trovava a Milano ed impiegò la carta intestata dell'albergo. La seconda è una missiva del letterato, diretta il 10 dicembre 1915 alla figlia Letizia. Sotto, il “museo portatile” realizzato nel 2000 che impiega riferimenti postali (immagini: Museo sveviano, Trieste)
Due lettere provenienti dall'archivio: la prima scritta il 18 maggio 1899 dalla moglie Livia a Italo Svevo; la donna si trovava a Milano ed impiegò la carta intestata dell'albergo. La seconda è una missiva del letterato, diretta il 10 dicembre 1915 alla figlia Letizia. Sotto, il “museo portatile” realizzato nel 2000 che impiega riferimenti postali (immagini: Museo sveviano, Trieste)



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