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editor Fabio Bonacina

27221 news from 8/3/2003

Non solo ci si lamenta dei disservizi. Ora il problema principale pare sia la scelta della società di limitare la sua presenza sul territorio

Dalle Alpi al Mediterraneo, un nuovo partito, e non si è in periodo di campagna elettorale, pare si stia formando. È quello degli amministratori pubblici scontenti del servizio postale.

Se il vicesindaco di Coreglia Antelminelli (Lucca), Augusto Rinaldi, per aprire un tavolo di confronto con Poste -e non necessariamente per avere quanto desiderato- lunedì scorso ha dovuto incatenarsi davanti agli sportelli, negli ultimi giorni altre realtà hanno preso carta e penna protestando.

Il primo cittadino di Lamezia Terme (Catanzaro), Gianni Speranza, si è detto “seriamente preoccupato” per la chiusura dell’ufficio di San Teodoro, comunicata da Poste italiane all’Amministrazione comunale lo stesso giorno del provvedimento. Un atto definito “grave scorrettezza”. I residenti -dice una nota- “hanno bisogno di questo sportello, la cui chiusura compromette anche la vivibilità stessa del centro storico”. “I responsabili non hanno neanche preso in considerazione altre possibilità ma hanno optato subito per la chiusura, mettendo in difficoltà tutta la popolazione residente in quel quartiere”.

A Sarzana (La Spezia), il sindaco Massimo Caleo “non nasconde il proprio disappunto”, giudicando “inaccettabile e arrogante l’atteggiamento” di fronte alla ventilata chiusura di Sarzana 2, all’Ipercoop. “Da giorni sto lavorando insieme con il sindacato per trovare un accordo. Si stava pensando, tra le altre cose, alla diminuzione dell’affitto dei locali e ad un nuovo orario per il pubblico: insomma a soluzioni che tenessero conto anche delle necessità di Poste italiane e sembrava si dovesse andare verso una soluzione condivisa”. Ma le cose si sono evolute diversamente; lo sportello ha abbassato la saracinesca, gli utenti sono stati costretti a pesare sulle altre sedi della zona e non sono mancati gli interventi della polizia municipale.

Nel Brindisino, invece, a lagnarsi è Fasano. Il motivo è dei più tradizionali: i disservizi nel recapito, derivanti “dalle assenze dei portalettere (per ferie e malattie) e dall’impossibilità di effettuare sostituzioni anche temporanee”. Solo con l’arrivo di personale da Ostuni è stato possibile tamponare la difficoltà ma, “a causa dell’articolazione complessa del territorio fasanese, la situazione non era stata risolta”. Anche perché la toponomastica locale è inadeguata e lo stesso Comune lo ha ammesso. “La collaborazione con Poste italiane sarà piena -hanno affermato il sindaco Lello Di Bari e il vice Antonio Scianaro- tanto che abbiamo accolto la proposta di avviare una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza sulla necessità di dotare le abitazioni singole presenti nelle nostre frazioni di cassette postali esterne adeguatamente etichettate con le generalità dei residenti, in modo da facilitare l’attività”.

Salvatore Sanna, a capo dell’Ente di Villasimius (Cagliari), ritiene che si aggravi “la cronica situazione di inefficienza del servizio erogato da Poste italiane. Da lungo tempo e con forti prese di posizione l’Amministrazione comunale ha sollecitato la società” a rivedere la situazione operativa dell’unico punto presente sul territorio. Il problema non si evidenzia soltanto nel periodo estivo. “Un solo operatore presidia di fatto l’ufficio, mentre la presenza ormai grottesca di un distributore di biglietti è vanificata dalle disposizioni organizzative che, a quanto pare, impongono di abbreviare l’attesa dei soli correntisti a prescindere dalla posizione effettiva nella coda. Si creano allora abituali situazioni di vera esasperazione, sinora circoscritte a sgradevoli contumelie verbali ma che temiamo possano divenire causa di più ben più seri problemi di ordine pubblico”.

Pure a Bibbiano (Reggio Emilia) “gli amministratori denunciano una situazione insoddisfacente”. L'ufficio postale “è insufficiente per spazi, agibilità e comfort”. Il problema risale a quasi quattro anni fa, ma anche l’ultima segnalazione all’azienda, spedita in settembre e sottoscritta dal sindaco Sandro Venturelli e dall’assessore ai lavori pubblici Fulvio Violi, “non ha ancora ricevuto risposta”. Che la missiva sia andata smarrita?

La doppia strategia di Poste italiane: da una parte sviluppare settori nuovi, dall’altra tagliare gli uffici che non fruttano
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