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editor Fabio Bonacina

27241 news from 8/3/2003

Definita oggi la piattaforma per ristrutturare la divisione servizi postali. L’esubero scende da 9.273 a 5.841 dipendenti

Si è concluso oggi il confronto sulla riorganizzazione della divisione servizi postali, dopo una trattativa con Poste italiane che Slc-Cgil, Slp-Cisl e Failp-Cisal ora definiscono “lunga e difficile”.

L’esito finale vede un “efficace sistema di riallocazione” dei lavoratori coinvolti: la società stimava 9.273 esuberi, ora sono diventati 5.841. Per affrontarli, si parla di esodo incentivato volontario, di trasformazione, sempre con il consenso del diretto interessato, del contratto da tempo pieno a parziale (700 casi tra 2013 e 2014), di mobilità verso altri settori, in particolare verso mercato privati (sostanzialmente, gli sportelli).

Tre le strade individuate al fine di permettere la crescita dell’azienda: l’integrazione logistica dei pacchi e l’e-commerce, scelta che comporta un recupero di 500 posti; l’impegno nel progetto “postino telematico” e nei servizi di prossimità alla clientela; la tracciatura ed i supporti di rendicontazione rivolti ai grandi utenti.

I centri meccanizzati postali di Brescia, Novara e Venezia (l’accordo, tuttavia, si riferisce a cinque impianti), che l’azienda voleva declassare a centri di distribuzione master, diventeranno centri prioritari. In ogni caso, i Cmp saranno suddivisi in multi prodotto e in specializzati.

Viene ribadita l’ora limite di uscita del portalettere e costituita una linea di controllo della qualità, che consentirà il reimpiego di 560 persone. Previsto uno specifico confronto rispetto all’attività di messo ed alle sue caratteristiche. Sarà incrementato di 130, inoltre, il numero degli addetti all’articolazione servizi innovativi: ci saranno pure turni mattutini. Rinviata ad un tavolo specifico la questione della flessibilità. Quanto alle ditte appaltatrici ed ai loro problemi occupazionali, se ne riparlerà entro aprile.

Dati anche per l’ipotesi della consegna a giorni alterni: la possibile sperimentazione sarà oggetto di un’altra riunione in ottobre; per la prima fase dovrebbe coinvolgere 100 addetti.

Cercare soluzioni per la posta che non si spedisce più
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