Da venerdì 1 aprile tariffario al rialzo pure in Vaticano, che in questo modo si allinea all’aggiornamento nei rapporti con l’estero introdotto da Poste italiane il 30 dicembre.
Così come è accaduto per il Bel Paese, la revisione tocca, e pesantemente, gli invii ordinari -sempre suddivisi per zone di destinazione (Europa e Mediterraneo; Africa, Asia ed America; Oceania), non le spedizioni per raccomandata.
Balzano agli occhi due voci. Innanzi tutto la persistenza dell’aerogramma, che da tanti anni Roma ha tolto dall’offerta; i costi di spedizione sono ancora suddivisi per le tre aree geografiche, al prezzo rispettivo di 65, 85 e 100 centesimi. Separazione tutto sommato teorica, perché oltre il fiume Tevere l’intero ha un nominale standard e comprensivo del supporto su cui scrivere il testo, negli ultimi tempi fissato a 1,00 euro.
Il fermo posta, invece, richiede una sovrattassa di 30 centesimi. Un decimo rispetto a quanto preteso dal 24 agosto in Italia.