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editor Fabio Bonacina

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Una mostra ad Amsterdam permette di conoscere un artista del Seicento fiammingo, allora più famoso di chi dipinse la “Ragazza con l’orecchino di perla”

È ormai diventata un’icona il dipinto “La ragazza con l’orecchino di perla”, tanto che la Francia lo ha trasformato persino in un francobollo il 26 gennaio 2008. Ma il suo autore, Johannes Vermeer, è sempre più noto grazie (oltre al romanzo e al film omonimi) ad iniziative che valorizzano le opere lasciate, in grado di testimoniare la società nordica seicentesca, senza trascurare gli aspetti relativi alla comunicazione.

All’epoca, però, era più famoso e quotato un altro autore, oggi tolto dall’oblio con una mostra che già dal titolo annuncia il proprio obiettivo: è “Gabriel Metsu a master rediscovered”, visitabile fino al 20 marzo al Rijksmuseum di Amsterdam.

Pure Gabriel Metsu (1629-1667), uno dei più influenti pittori del genere fiammingo del XVII secolo, si è dedicato a ritrarre la vita quotidiana del suo tempo, dalla mamma che accudisce il bambino malato all’esito dell’impegno di un orgoglioso panettiere. Facendosi notare per la cura che ha consacrato nel ritrarre non solo le persone, ma anche gli oggetti.

Fu uno dei più popolari artisti del suo tempo, apprezzato -al contrario di Vermeer- fin da quando era in vita e raggiungendo il culmine della notorietà nei due secoli successivi. Tanto che quadri del secondo furono attribuiti erroneamente al primo.

Lo stesso Metsu non ha trascurato il servizio postale, a testimoniare di come, all’epoca, scrivere o leggere una missiva rappresentasse un momento importante, non più (o non solo) simbolo di un livello sociale agiato che imponeva di comunicare a distanza, ma pratica ordinaria anche per chi potente non era. Alcuni dei trentacinque lavori presenti nell’allestimento lo dimostrano, fra cui “A woman writing a letter”, realizzato attorno al 1662-1664 ed ora appartenente ad una collezione privata, “A man writing a letter” e “A woman reading a letter”, entrambi attribuibili al 1664-1666 e adesso conservati alla National gallery of Ireland, istituzione museale partner dell’iniziativa.

Nel catalogo (274 pagine di grande formato con testi in inglese e immagini a colori, 29,95 euro) i lavori proposti sono paragonati a quelli di altri autori coevi. Di Vermeer vengono riprodotti, ad esempio, “A woman writing” e “The love letter”, mentre di Gerard ter Borch “A woman writing a letter”.

Arrivano dalla National gallery of Ireland due dei dipinti di Gabriel Metsu proposti alla mostra di Amsterdam; si intitolano “Man writing a letter” e “A woman reading a letter” (foto: Roy Hewson)
Arrivano dalla National gallery of Ireland due dei dipinti di Gabriel Metsu proposti alla mostra di Amsterdam; si intitolano “Man writing a letter” e “A woman reading a letter” (foto: Roy Hewson)



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