Poste italiane “ha accolto la richiesta in quanto l’annullo celebra la visita, al Consiglio regionale del Piemonte, di una importante figura spirituale e religiosa”. È questa la motivazione -fornita oggi dalla stessa società a «Vaccari news»- riguardante il manuale impiegato ieri a Torino per Tenzin Gyatso, più noto come quattordicesimo Dalai Lama.
Il fatto che la visita sia stata sottolineata a livello marcofilo solo a Torino è perché negli altri luoghi, e in particolare a Milano, “non ci risulta siano state prodotte richieste di attivazione di servizi temporanei da parte della Provincia o del Comune”.
Quanto al testo -precisa sempre la nota di Poste italiane- “si cita il «Dalai Lama», quindi la carica di capo spirituale alla stregua di quanto previsto per il «Sommo Pontefice», senza indicazione del nome”.
L’ufficio, dislocato all’interno di palazzo Lascaris, ha timbrato circa trecento buste ed accettato pochissime raccomandate. Notevole è invece l’attesa per le richieste che giungeranno nei prossimi giorni. Per ottenere l’impronta c’è tempo sessanta giorni, rivolgendosi al servizio commerciale - filatelia di Poste italiane, via Alfieri 10, 10121 Torino.
Ieri sera, al programma televisivo “Che tempo fa”, il premier Romano Prodi ha spiegato i motivi per i quali non ha ricevuto l’ospite tibetano in via ufficiale: “Ho usato prudenza -riporta Rainews- perché ho la responsabilità di un Paese e devo considerare le conseguenze delle mie azioni. La ragion di Stato esiste e io ne sono responsabile”.