Se Trieste, era il 18 ottobre, ha evidenziato con un annullo i centotrent’anni delle Poste centrali cittadine, Palermo, dove di decenni ne hanno raggiunti nove, il 28 risponderà nello stesso modo. Tale obliterazione sarà disponibile dalle ore 9 alle 13.30 presso l’immobile festeggiato, in via Roma 320.
È un altro degli edifici dovuti all’architetto e ingegnere Angiolo Mazzoni (1894-1979), progettato dal 1928, inaugurato il 28 ottobre 1934 e ristrutturato tra il 1996 e il 2000.
Venne collocato “lungo il nuovo asse di via Roma previsto, a fine Ottocento, come attraversamento del tessuto antico per collegare la stazione ferroviaria con l’ampiamento della città a nordovest”, annota Edith Neudecker nel volume “Gli edifici postali in Italia durante il Fascismo (1922-1944)”. Oggi, caratterizzato dalle dieci colonne alte diciassette metri, fa parte dell’abituale volto urbano, “ma all’epoca, con le sue facciate grigio bianche, suscitò non poche discussioni perché poco rispettoso dell’ambiente circostante, in particolare del complesso di piazza San Domenico”.
“Fu l’opera più costosa di Mazzoni”, che richiese 14 milioni di lire. Scenografico il salone per il pubblico con una fontana centrale, i cui bordi fungono da scrivimpiedi. Furono utilizzati marmi per le scale, il rivestimento delle pareti e i pavimenti. Gli spazi di rappresentanza al terzo piano, cioè l’ufficio del direttore e la sala conferenze, vennero abbelliti con affreschi di Paolo Bevilacqua, dipinti di Benedetta Cappa Marinetti e Guglielmo Sansoni (Tato), tende ricamate di Bruna Pestagalli. Da notare anche gli arredi dell’epoca, tuttora presenti.
In esterno lo caratterizzano altre due vasche. A fianco del lato sinistro, la statua con san Cristoforo dovuta a Benedetto De Lisi junior; in quello di destra, il “Fante caduto” di Domenico Ponzi, dedicato ai postelegrafonici morti durante la Grande guerra.