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editor Fabio Bonacina

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Cronaca d’antan: il pubblico -si sosteneva- tra le ore 12 e le 14 è a pranzo o a riposare e l’affluenza agli sportelli risulta minima

Un tema che periodicamente ritorna, quello degli orari al pubblico. Mezzo secolo fa, ad esempio, venne affrontato da “Rassegna postelegrafonica”.

La segreteria nazionale del sindacato -scriveva una nota- “ha inviato in questi giorni una lettera alle autorità politiche ed amministrative del ministero delle Poste e telecomunicazioni nella quale si propone fra l’altro l’orario unico degli uffici succursali secondo il seguente schema: servizi a denaro dalle 8 alle 14, altri servizi dalle 8 alle 15. Sempre secondo la segreteria nazionale, la sospensione dei servizi a denaro alle 14 darebbe il tempo -dalle 14 alle 15- di provvedere alle chiusure contabili. Fin qui quanto è nelle intenzioni del sindacato di sostenere”.

La cosa -continua l’intervento- “però non è così semplice come sembrerebbe, presentando essa notevolissimi inconvenienti”. “Se è vero che i servizi disimpegnati dalla Amministrazione postale son di generale interesse tali da non sopportare limitazioni di sorta e che le riduzioni di prestazioni non si verificano in alcuno Stato, l’orario unico, dal punto di vista dell’utente, verrebbe a creare gravi intralci e non risolverebbe nulla”. Egli, infatti, “dovendo limitare le proprie operazioni soltanto a quella a denaro (dalle 12 alle 14), sarebbero obbligato a ritornare una seconda volta all’ufficio postale per il telegramma, per la raccomandata, per il pacco” e così via.

Lo stesso impiegato, “messo nelle condizioni di attenersi alle disposizioni, potrebbe essere tacciato di pignoleria, potrebbe essere messo in difficoltà e ricevere qualche eventuale -sia pure ingiustificato- reclamo. La protrazione dell’orario dalle 12 alle 14 sarebbe inconcludente, inutile ed inefficiente anche per il fatto che operai, impiegati, esercenti, negozianti, dalle 12 alle 14 (e anche oltre) sono a pranzo o sono a riposare, e quindi l’affluenza degli utenti agli sportelli sarebbe assai limitata con conseguente malcontento del pubblico che si troverebbe impossibilitato di eseguire, nel pomeriggio, operazioni a denaro”.

Uno sportello vaglia nel 1960 (foto: Poste italiane)
Uno sportello vaglia nel 1960 (foto: Poste italiane)



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