I poliziotti modenesi l’hanno chiamata “Timber”. E non senza ragione, visto che in qualche modo le cartevalori postali figurano nell’operazione antidroga.
Una volta tanto non si tratta di “francobolli”, ossia di sostanze stupefacenti in pastiglie così chiamate per la loro grandezza. Ma di esemplari veri. Alcuni degli stranieri trattenuti all’interno del Centro di identificazione ed espulsione della città emiliana -confermano gli agenti- “ricevevano della posta molto particolare: sotto il francobollo era nascosta una dose di eroina, individuata durante uno dei normali controlli”.
Da questo episodio, risalente al giugno 2009, è nata l’indagine, portata a termine questa mattina dalla Squadra mobile, i cui operatori hanno arrestato otto membri dell’organizzazione composta da magrebini, in particolare marocchini e tunisini. Uno di loro è finito ai domiciliari mentre per una donna italiana è scattato l’obbligo di dimora. Altri due componenti, già latitanti per ulteriori reati, risultano ancora ricercati.
I controlli sono partiti proprio dalla donna: appostamenti, pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno permesso agli investigatori di risalire a tutti i membri della banda che operava nella provincia e in altre zone del Nord.
Il giro d’affari degli spacciatori, specializzati nella distribuzione di eroina del tipo “brown sugar”, era molto vasto e ognuno di loro gestiva circa duecento clienti, che acquistavano diversi chili di droga al mese. L’interessato contattava il venditore per effettuare l’ordine, che veniva smistato ad un intermediario, e quest’ultimo incaricava un altro soggetto, considerato “sacrificabile”, di consegnare la merce.
Gli investigatori stanno indagando su altre tredici persone, alcune delle quali a piede libero e le restanti già detenute.