La rappresentazione sui francobolli di soggetti sacri, oltre ad essere una manifestazione del culto professato, “è un mezzo utile all’educazione delle masse dei fedeli attraverso le immagini”. Che, “in una realizzazione facilmente accessibile allo spirito umano, rendono più reali e concrete persone e idee”. A scriverlo è la rivista “Poste e telecomunicazioni” nell’ultimo numero, quello di novembre-dicembre, del 1962, nell’ambito dell’intervento “La Chiesa cattolica sui francobolli”.
La testata cerca di fare il punto della situazione per un argomento sul quale, tre anni prima, era uscito il volume di Michele Guido Franci “La Cristianità nel francobollo postale”, pietra miliare per il settore.
I soggetti comunemente rappresentati -viene spiegato nell’articolo- sono perlopiù templi, monasteri, santi, missionari e la Madonna. Poi vi sono, naturalmente, parecchi esemplari che commemorano i fatti e gli avvenimenti significativi riguardanti la vita del mondo cattolico e cristiano. Tralasciando le emissioni del Pontificio, la prima santa cattolica individuata dal bimestrale venne citata dalle Isole Vergini nel 1866: la serie di quattro nominali raffigura Orsola, “la vergine martire sulla cui persona fiorirono numerose leggende e che divenne poi la patrona della città di Colonia”.
Le tre pagine descrivono minuziosamente alcune delle produzioni uscite; per l’Italia ci si sofferma sull’omaggio del 25 aprile 1912, riguardante il ricostruito campanile di San Marco a Venezia. Il fatto che non esistano richiami precedenti -viene spiegato- “forse… è dovuto alle molte vicissitudini e ai travagli politici della nostra Patria”.
In ogni caso, “probabilmente non esiste un solo Stato cattolico che non abbia emesso almeno un esemplare filatelico ad ispirazione mistica, non esiste Paese, per piccolo che sia, che non abbia usato questo mezzo per pronunciare il suo atto di fede e per riflettere, così, alla casa di Pietro in Roma, almeno un piccolo guizzo della Gran luce che da essa riceve”. E questo, già mezzo secolo fa!