La scomparsa sarebbe avvenuta sabato per infarto, ma solo oggi è stata resa pubblica: è morto Kim Jong Il, il “caro leader” come la propaganda locale, nel tempo, lo ha definito. Il dittatore aveva, secondo le fonti, sessantanove o settant’anni (sicuro è il giorno di nascita, il 16 febbraio) e conta su un significativo repertorio di citazioni dentellate, naturalmente dedicategli dal suo Paese, la Corea del Nord, in particolare da quando, nel 1994, è subentrato al padre Kim Il Sung.
Non potendo, per ragioni dì età, farsi rappresentare come il genitore in qualità di combattente per l’indipendenza dai giapponesi, dagli statunitensi o in favore della causa, l’iconografia ha puntato sul ruolo politico, recuperando un trascorso che appare enfatizzato a posteriori, come dimostra la serie del 19 giugno 1994 (sei francobolli da 40 chŏn e un foglietto da 1 won), in cui viene citato per i trent’anni di dirigenza all’interno del partito del Lavoro.
Eccolo, poi, acclamato tra i dignitari del potere (un esempio fra i tanti: il foglietto del 19 febbraio 1994 da 1,20 won, volto a promuovere il programma nazionale “Juche”), adorato dal popolo (figura tra i contadini nel blocco del 25 febbraio 1994 da 1,00 won, appartenente alla serie per i tre decenni dalla pubblicazione “Tesi sulla questione rurale socialista nel nostro Paese”), bene accolto dai militari (altro foglietto, questo del 16 febbraio 1996, uscito al costo di 80 chŏn per festeggiarne il compleanno). Senza dimenticare i riferimenti, ad esempio, per il premio e l’associazione giovanile che portano il suo nome.
E mentre il Paese proseguiva -soprattutto dopo la caduta del Comunismo- nell’avvilupparsi su se stesso, non sono mancati ampi richiami ai rapporti internazionali, rivolti all’alleato di sempre, la Cina Popolare (per dire, il foglietto dell’11 luglio 1996 da 0,80 won con Deng Xiaoping, teso a celebrare i trentacinque anni del Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza), alla concorrente Russia (quello del 24 ottobre 2000 da 1,50 won, riproducente Kim e Vladimir Putin per la visita del secondo a Pyongyang, viaggio poi contraccambiato, come dimostra l’emissione del 12 ottobre 2001 dallo stesso nominale), ai fratelli-rivali del Sud (ancora un blocco, questo proposto il 23 ottobre 2000 a 2,00 won, che associa il dittatore al presidente sudcoreano Kim Dae-Jung durante i confronti bilaterali) o addirittura agli ex nemici giapponesi (due foglietti del 25 ottobre 2002, da 120 e 150 unità, per la riunione con il primo ministro nipponico Junichiro Koizumi).
Colpi di scena a parte, ora il testimone politico dovrebbe passare al suo terzogenito, Kim Jong Un.